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uomo che suda non avrai il mio fegato
Di SuperCirio addì 23/04/2007 @ 23:05:24, in La terra dei cachi, linkato 1002 volte)
L'aumento delle temperature medie di questi giorni non ha mancato di palesare ancora una volta la stupidità innata dei miei concittadini. Considerazione draconiana, ma basata sulla messa in relazione di due fenomeni concomitanti: l'arrivo del caldo e l'aumento del traffico nell'ora di punta. Da due settimane a questa parte il traffico mattutino che incontro andando al lavoro è cresciuto esponenzialmente di pari passo con la calura. Questo mi fa temere per i prossimi mesi (almeno fino alla pausa estiva) impennate vertiginose nei tempi medi di spostamento sul tragitto casa-lavoro-casa. Al momento siamo intorno all'ora e quaranta. Le stime per la fine di giugno prevedono punte di due ore, due ore e un quarto per un tragitto che in condizioni normali ha una media di percorrenza non superiore a 1 ora.
Ma in che modo l'arrivo del caldo influenza i volumi del traffico, e soprattutto che c'entra tutto questo con l'ottusità innata dell'italiano medio? E' presto detto: al minimo accenno di afa nessuno vuole più muoversi sui mezzi pubblici. Tutti in auto, che "c'hanno su l'aria condizionata", anche coloro che hanno tragitti brevi da percorrere, o potrebbero muoversi in bici se non addirittura a piedi. E invece tutti in auto, alè! E aria condizionata a manetta. In questo modo aumenta lo smog, cresce l'effetto serra e fa sempre più caldo, così sempre più persone usano l'auto e scaricano gas serra, e via dicendo. Senza contare i casini provocati dai gas degli impianti di condizionamento. Io non ho alternative all'auto, e comunque non uso l'aria condizionata. Certo, se i mezzi pubblici fossero più efficienti, puntuali, confortevoli e magari refrigerati, il fenomeno avrebbe dimensioni minori. Ma buttarsi in strada con l'auto per due gradi in più, quando se ne potrebbe fare a meno, è un atteggiamento da fessi. Se non volete sudare vestitevi leggeri, oppure andate a lavorare in una cella frigorifera, ma per favore non rompetemi i coglioni intasando le strade, eccheccazzo.