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 SuperCirio is everywhere...... di SuperCirio
 
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Ho visto cose che voi umani vi siete rotti i coglioni di vedere

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Di seguito i deliri pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di SuperCirio addì 28/02/2007 @ 18:22:12, in Anima Animale, linkato 914 volte)
Luna di strada
spina nel cuore
scheggia di infinito;
nel tuo silenzio ascolto presagi
di dolci sere a venire...


(componimento poetico in metrica sciolta concepito nel tratto autostradale della Mi-Laghi tra la barriera di Arese e l'area di servizio Pavesi di Lainate alle ore 18.21 del 22/02/2007)
 
Di SuperCirio addì 06/03/2007 @ 18:28:37, in Anima Animale, linkato 928 volte)
Di una cosa posso essere assolutamente certo: sarei un ottimo ricco. A volte la gente, soprattutto quella ricca, non è in grado di godere appieno la gioia del proprio benessere. prendete ad esempio quella cretina della Britney Spears: neanche 10 anni fa era una ragazzina molto fortunata che passeggiava coi tacchi a spillo sulla faccia del mondo. Oggi è una patetica ex starlett tossica con tendenze suicide. Non è stata capace, non ha saputo gestire se stessa né il destino che il Padreterno le aveva riservato. Ci vuol fisico per quel genere di cose ed io, pur senza nessuna esperienza in tema di fama e ricchezze, sento di averlo. Forse i soldi non danno la felicità, però danno la possibilità di cercarla nei posti in cui è più facile trovarla. Nonostante ciò, molta gente cui il destino riserva questa possibilità, si ostinano nel non saperla sfruttare. In quanti modi invece io ci riuscirei, se solo me ne fosse data l'opportunità! Qualcuno dice che alla ricchezza devi esserci abituato, altrimenti avere troppi soldi può diventare un problema; e ti citano i tanti casi di povera gente alla quale la fortuna ha improvvisamente mostrato il bel volto e di come costoro, dopo l'iniziale gioia per l'imprevisto benessere, siano poi crollati sotto il peso delle conseguenze e dei cambiamenti che un simile inaspettato destino impone all'esistenza. Dal canto mio, credo che saprei assorbire egregiamente l'impatto. Ho una lista chilometrica di cose che comprerei subito. Va dalla A di amplificatore Bang&Olufsen fino alla Z di Zuccotto in lana d'angora. E tutto senza ostentare la sboroneria classica dell'arricchito parvenue; anzi, ogni mia condotta sarebbe scevra da manifestazioni sfrontate di prosperità burina cui ci hanno invece abituato certi palazzinari romani trafficoni dei quali ultimamente si è molto occupata la cronaca, soprattutto quella giudiziaria. Nossignore, io sarei un ottimo ricco, garbato e signorile. E' un peccato che a causa di una cronica scarsità di mezzi queste mie doti innate debbano rimanere inespresse.

Listen. You listen to me. You see that city over there? THAT'S where I'm supposed to be. Not down here with the dogs, and the garbage, and the fucking last month's newspapers blowing back and forth! I've had it with them, I've had it with you, I've had it with ALL THIS! I want ROOM SERVICE! I want the club sandwich, I want the cold Mexican beer, I want a $10,000-a-night hooker! I want my shirts laundered... like they do... at the Imperial Hotel... in Tokyo...
Keanu Reeves nel film "Johnny Mnemonic" (1995)
 
Di SuperCirio addì 08/03/2007 @ 19:10:57, in Anima Animale, linkato 832 volte)
consorte: oh, non mi fai gli auguri?
SuperCirio: e de che?
c: oggi è la festa della donna.
SC: oh beh, se è per quello io alle donne tutti i giorni farei la festa...
c: mi prendi la mimosa?
SC: prendila te, che poi ti do i soldi
c: ma come sei!
SC: suka. Vado, ciao.
 
Di SuperCirio addì 28/03/2007 @ 23:07:59, in Anima Animale, linkato 837 volte)
Forse dovrei guardare film americani con attori semisconosciuti
forse dovrei mangiare pesce crudo in certi ristoranti del centro
forse dovrei ascoltare musica new age di gruppi etno-pop
forse dovrei far parte di una ONG che soccorre i profughi del Darfur
forse dovrei impormi una calligrafia più leggibile
forse dovrei avere 1500 voci nella rubrica nel mio cellulare
forse dovrei vivere nei sobborghi di Seattle
forse dovrei avere un lavoro autonomo
forse dovrei avere orari assurdi
forse dovrei imparare a fischiare con le dita
forse dovrei avere un'amante di Ferrara
forse dovrei fare una radiografia ai seni paranasali
forse dovrei aver letto l'intera bibliografia di Kant
forse dovrei comprare una chitarra elettrica e imparare a suonarla
forse dovrei frequentare gente che fa politica e crede in Dio
forse dovrei possedere un paio di scarpe blu
forse dovrei telefonare a due persone che non sento da anni
forse dovrei scrivere poesie che parlano di notti sul mare
forse dovrei provare a laurearmi in legge
forse dovrei scrivere una mail a mio cugino
forse dovrei riprendere a suonare la batteria
forse dovrei comprare delle riviste di fotografia
forse dovrei giocare a bridge, se solo ne fossi capace
forse dovrei correre 12,7 Km ogni sera
forse dovrei convincermi che le barbabietole sono buone
forse dovrei scappare in Nicaragua e vivere di espedienti
forse dovrei studiare la programmazione a oggetti
forse dovrei tatuarmi un tribale sulla caviglia destra
forse dovrei ricordare a memoria il peso atomico dell'Antimonio
forse dovrei cambiare le pastiglie dei freni
forse dovrei vedere il sole tramontare dietro il monte Paektusan
forse dovrei piangere ascoltando brani dei Russian Circles

forse

 
Di SuperCirio addì 06/04/2007 @ 22:19:23, in Anima Animale, linkato 1147 volte)
Alle dieci di quel mattino di luglio 1983 il sole era già rovente sopra il campo nazionale degli scout a Nocera Umbra. Io e pubarelle camminavamo affiancati lungo una straducola intercomunale, sbuffando per il caldo e per il peso degli zaini. Dieci metri avanti, CapoBianco e Dragonero procedevano silenziosamente in fila indicana, strisciando le Tepa Sport nella polvere del bordo carreggiata. Dragonero si fermò, si strappò dal capo il cappellone in feltro e cavò dal taschino della camicia il pacchetto di Marlboro. "fuma, fuma" gli berciò Pubarelle mentre lo raggiungevamo, "vai, aggiungi un altro chiodo alla cassa!". Dragonero accese la sigaretta, mentre io allungavo una mano verso il suo pacchetto. "grazie" dissi sputando la polvere, prima di infilarmi il filtro tra le labbra. "Poi te la rendo, che ce le ho nello zaino". CapoBianco si era fermato qualche metro più avanti a seguire la scena, appoggiato al guidone di squadriglia. Cercava di annullare il fiatone sbuffando nella calura. "Mi raccomando, fatevi beccare con quelle cazzo di sigarette, neh?" ansimò togliendosi il cappellone e scrutando la riga umida disegnata dal sudore sul feltrino interno. "Che poi è a me che fanno il culo...". Era il capo squadriglia - nominato da poco - e ci teneva a non fare troppe figure di merda. Un po' perchè la fresca investitura lo caricava, e quel raduno nazionale era una specie di battesimo sul campo; un po' perchè i capi reparto erano dirimpettai e amici di sua madre, e badava a non avere rogne con la sua vecchia; infine -e in buona parte- perchè tra tutti i membri di quella squadriglia disastrata, lui era senza dubbio il più serio e maturo. Negli anni a venire lo avrebbe più volte confermato. "Cazzo dici, CapoBianco" replicò Dragonero, sbuffando una nuvola di fumo dalle narici "non c'è un'anima, siamo praticamente in culo al mondo, chi vuoi che ci becchi?". Pubarelle si accosciò contro il guardrail, tirò fuori il suo pacchetto di Philips Morris e si mise ad armeggiare con l'accendino. "In effetti mi sa che ci siamo persi" disse soffiando un anello di fumo "CapoBianco, ma mica dicevi che dovevamo trovare un cazzo di incrocio?" "Io l'ho detto?!" replicò CapoBianco, pestando il guidone sull'asfalto squagliato "è 'sta cazzo di cartina che lo dice!" "Fa vedere" gli dissi prendendo il pezzo di carta spiegazzato. Ripassai l'elenco delle località e dei punti di riferimento che avremmo dovuto incontrare. Cercai di stabilire qualche relazione tra gli elementi incontrati nell'ultima mezz'ora di cammino e quello scarabocchio che gli organizzatori ci avevano consegnato, definendolo pomposamente 'mappa', quella stessa mattina dopo l'adunata. "Non si capisce un cazzo" conclusi restituendo a CapoBianco il foglio. "In effetti avremmo dovuto trovare un incrocio almeno due chilometri fa, e lì svoltare a destra". "Ma un incrocio o un bivio?" chiese Pubarelle sfilandosi gli spallacci dello zaino. Con una flessione del dito medio scagliò il mozzicone in mezzo alla carreggiata. "Cazzo fai, che bruci tutto!" sbraitò CapoBianco, premurandosi di uccidere il mozzicone con un preciso colpo di guidone. "Se invece di un incrocio doveva essere un cavolo di bivio, allora l'abbiamo sì superato... almeno un quarto d'ora fa, però" proseguì Pubarelle. "Ma com'è disegnata 'sta mappa?" chiese sfilando il foglio dalle dita di CapoBianco. Scrutò per un attimo lo scarabocchio. "No, qui dice proprio un incrocio. E allora ci siamo persi di brutto". Pubarelle aprì lo zaino cavandone la borraccia e un fazzoletto semi pulito. "Adesso cazzo facciamo?" chiese asciugandosi le gocce di sudore dal collo. CapoBianco puntò il guidone avanti, verso la curva in fondo alla strada: "Proseguiamo. Prima o poi qualcosa troviamo".
Mezz'ora dopo il sole era quasi a picco. Il caldo si era fatto soffocante e camminavamo in silenzio, tenendo a portata di mano la borraccia. L'acqua all'interno era caldiccia e sapeva di metallo. Cappelloni e camicie d'ordinanza penzolavano dai ganci degli zaini, mentre arrancavamo sbracati e incazzosi lungo la striscia di asfalto bruciato. Più che una squadriglia Scout in missione, sembravamo una di quelle combriccole di saccapelisti nordici in visita a Venezia. Incrociammo almeno tre o quattro macchine in transito, e ogni volta CapoBianco doveva lavorare di bestemmie, suppliche e minacce per impedire a Dragonero di sdraiarsi in mezzo alla carreggiata per bloccare il conducente e costringerlo a darci un passaggio. Inoltre quella stradina dimenticata da dio era poco frequentata, e per lo più da traffico locale: gente arcigna e sospettosa che schiacciava sull'acceleratore non appena scorgeva il nostro trasandatissimo capannello.

La strada declinava dolcemente da circa un chilometro attraverso un bosco di querce e faggi quando all'improvviso, superata un'ampia curva a destra, apparve in lontananza la sagoma rossastra e sfocata dalla calura di un segnale di stop. "Incrocio! Incrocio!" gridò Pubarelle, raschiando polvere dalla gola asciutta. CapoBianco alzò il guidone sopra la testa, brandendolo come un'arma d'altri tempi. "Cosa vi avevo detto che prima o poi qualcosa si trovava? Chiaro che era la strada giusta! Sempre a dire cazzate, voi." "ma va' a cagare!" replicai scollandomi dalla schiena la t-shirt fradicia di sudore. "Oltretutto non ci sarà mica un solo incrocio in 'sto posto di merda, no? Per quanto ne sappiamo potremmo essere a chilometri rispetto al punto previsto".
La nostra strada aveva diritto di precedenza rispetto a quella, più stretta e malmessa, che andava ad incrociare. Sull'altro lato, le strisce di asfalto delimitavano uno spiazzo erboso che si spingeva fino ai fianchi di una collinetta boscosa qulche decina di metri oltre. C'erano mucchietti di segatura e monconi di rami tagliati tutto intorno. Con un solo movimento delle spalle Dragonero si scrollò di dosso lo zaino, lasciandolo stramazzare tra le erbacce sul lato della strada. Frega un cazzo" disse piazzandosi a gambe larghe in mezzo all'incrocio, a cavallo della riga di stop, "io adesso mi sbatto giù e frega un...." "Corri!" gridò Pubarelle, da dietro un mucchio di ramaglie, frasche secche e tronchi segati, "corri qui di brutto! Che lippa! Corri!" Dragonero fu il primo a raggiungerlo dietro il mucchio di frasche. "nooooo! bella storiaaaa" gridò, mentre io e CapoBianco giungevamo all'unisono sul punto della scoperta. Appoggiata ad un mucchio di terra e rami secchi se ne stava, solitaria e invitante, una moto da cross di media cilindrata.

"Vai! Si ruba!" esordì Dragonero mettendosi ad armeggiare con il rubinetto della benzina. Pubarelle, che in virtù di un fratello appassionato di trial era quello maggiormente qualificato per trafficare su quel genere di mezzo, puntò un piede sulla pedivella e con un balzo fu a cavalcioni del mezzo. "Questa non ha neanche bisogno di chiavi per partire" sentenziò, e con un colpo secco affondò sul pedale di accensione. Il mezzo emise un breve, cupo brontolio dalla marmitta, e subito tacque. "Oh, cazzo fai?!" sbraitò apprensivo CapoBianco, mentre già roteava a trecentosessanta gradi le orbite oculari alla ricerca di pericolose presenze umane nei dintorni. "Non fare cagate, che poi ci beccano e ci fanno un culo così." Ormai noi tre sottoposti eravamo nello stato di eccitazione sufficiente a far rimbalzare ogni protesta del capo. Dragonero controllava la presenza di miscela e io, poco avvezzo a trattar motocicli di quella taglia, tenevo in bilico il mezzo afferrandolo per la sella sgualcita, mentre Pubarelle pestava duro sulla pedivella. Dopo dieci minuti di tentativi inutili eravamo madidi di sudore e incazzatura. Mollammo il colpo, e tornammo a stravaccarci nell'erba alta dello spiazzo.
Esattamente un minuto e 20 secondi dopo, uno strano figuro coperto da pantaloncini da lavoro, canottiera bianca e cappellino calcato sugli occhi, sbucò da dietro i primi faggi della collinetta. "Siamo periti" annunciò Dragonero con aria divertita, e con quel sorriso che gli si stampava regolarmente in faccia nelle situazioni ad alto tasso adrenalinico. CapoBianco si prese male; "adesso diteglielo, che avete fatto i pirla!" sibilò sottovoce, preoccupato dalle possibili ripercussioni sulla sua carriera di capo squadriglia, e sui rapporti di vicinato coi capi reparto; "adesso sono cazzi vostri!".
Il figuro puntò nella nostra direzione. Aveva valutato l'eccessiva vicinanza del nostro gruppetto alla sua moto (sapevamo senza necessità di conferma che il mezzo era suo) e accelerava il passo con costanza, mentre il falcetto appeso alla cintura sbatacchiava lanciando riflessi poco allegri. Il personaggio, un contadinotto sulla cinquantina dall'aria un pò rincretinita, era ormai a una decina di metri dalla nostra posizione quando il Pubarelle lo accolse con un "salve!" fintamente amichevole. Per tutta risposta il tipo indicò la moto con una manona e domandò qualcosa in un dialetto locale che, ovviamente, nessuno capì. Rimase un paio di secondi ad osservare la migliore faccia di palta che io e Dragonero eravamo maestri nell'impostare in simili situazioni, poi ripetè la domanda in modo quasi intellegibile: "toccato moto?". "Moto?" chiesi io, girandomi verso il mezzo come se lo vedessi per la prima volta. Scuotemmo il capo guardandoci l'un l'altro con aria di costernata sorpresa. Il tipo non sembrò affatto convinto. Si avvicinò alla moto biascicando qualcosa, poi si mise ad armeggiare intorno al rubinetto della benzina. Salì in sella e cominciò a spingere sulla leva dell'avviamento, una, due, tre volte. Neanche con lui il motore sembrava avere buone intenzioni. Il tipo lasciò partire un'imprecazione e alzò lo sguardo verso di noi, che nel frattempo ci eravamo alzati e puntavamo a recuperare ognuno il proprio zaino. "'ngolfata" borbottò, condendo il tutto con una paio bestemmie. Mise la marcia in folle, smontò di sella e cominciò a spingere il mezzo tenendolo per il manubrio. Io e Pubarelle intuimmo subito le intenzioni e, quasi a sottindere una nostra ammissione di colpa nella faccenda, volevamo di emendarci offrendo un contributo alla spinta. Arrivati sull'asfalto iniziammo a spingere con maggior voga, e raggiunta la giusta velocità il tizio balzò il sella calciando con forza la leva della marce. Io e Pubarelle incassammo la prevista resistenza del motore aggiungendo spinta, mentre il motore gemeva cupo sputando benzina incombusta. Ci vollero altri due o tre tentativi di questo genere prima che il motore iniziasse a mostare segnali di corretta carburazione, finchè tra scoppi e nuvole di fumo oleoso riprese faticosamente a vivere. Il tizio tirò un paio di 'sgasate' pesanti e regolò per l'ultima volta il rubinetto della benzina mentre il motore bofonchiava finalmente con regolarità. "Bueno" disse Pubarelle asciugandosi il sudore con il fazzolettone di reparto. Trottammo indietro verso l'incrocio, dove nel frattempo CapoBianco e Dragonero avevano già rimesso a contatto gli zaini con la schiena. Il tizio infilò la prima e con una sgasata era sulla linea di stop. "I scott?" ci chiese con una certa cordialità, fino a quel punto sconosciuta. "Scout si, boy scout" rispose capo CapoBianco. "andate dove?" incalzò il villico. CapoBianco sfilò la mappa dalla tasca posteriore dei jeans strappati e la spiegò sul serbatoio, indicando col dito il nome della località che avremmo dovuto raggiungere almeno due ore prima. Il tizio scrutò perplesso il foglio per qualche secondo, poi parve rianimarsi di scatto: "andate lì??" chiese puntando un dito sporco nello stesso punto indicato da CapoBianco. Lo guardammo. "Lì?" ripetè lui guardando a turno le nostre teste che annuivano perplesse. Il tizio scoprì una fila di denti gialli e irregolari in una parodia di sorriso, e inserì la prima con un colpetto dello scarpone. "Va là, scott!!" rise, e indicò la direzione da dove eravamo venuti, "dall'altra parte, parte opposta!" ribadì con aria divertita. Prese la mappa, e la ruotò orientandola secondo riferimenti a noi ignoti. Il punto di arrivo risultò deviato di centottanta gradi rispetto ai nostri calcoli. Restituì la mappa al sommo CapoBianco e diede due colpi di acceleratore mentre col tacco dello scarpone inseriva la prima. "Va là, scott!" ripetè con il suo marcio sorriso, e mollò la frizione. Lo seguimmo con lo sguardo, in silenzio, mentre spariva oltre la curva in una nuvola di fumo biancastro. (continua?)
 
Di SuperCirio addì 25/04/2007 @ 15:37:46, in Anima Animale, linkato 938 volte)
Qualcuno ha detto che la ricchezza di un uomo non è data da ciò che possiede, ma dal numero di amici veri che lo circondano...

Dichiaro ufficialmente bancarotta.
 
Di SuperCirio addì 04/05/2007 @ 22:29:55, in Anima Animale, linkato 1107 volte)
Il sole declinava con decisione a ovest quando CapoBianco, fermo sul lato della carrozzabile ad aspettare il resto della squadriglia, scorse la presenza del punto di ritrovo sull'altro versante della collina. Cinquanta metri più a monte caracollavo con Dragonero e Pubarelle sotto il peso degli zaini, strisciando i piedi doloranti nella polvere a lato strada. CapoBianco puntò il guidone verso la macchia di gente che brulicava verso fondo valle. "Ci siamo" disse mentre crollavamo sul guard rail al suo fianco. "epporcatroia, vorrei vedere che non ci siamo!" sbottò DragoNero spostando in avanti il peso dello zaino per dare sollievo alle spalle rattrappite; "abbiamo girato in lungo e in largo tutta la cazzo di Umbria, ci mancava solo che non si arrivava più".
"Se non aveste fatto i pirla tutto il giorno a quest'ora eravamo già in tenda" replicò CapoBianco martellando con stizza il guidone sul guardrail. "Adesso muoviamoci che saremo minimo gli ultimi. Solita figura di merda!".
Per tutta risposta Pubarelle si accosciò su uno spiazzo d'erba poco distante. "Sei fuori, CapoBianco" disse levandosi gli spallaci "ormai siamo arrivati, chi vuoi che rompa se anche ci riposiamo 'na mezz'ora?"
"E allora vogliamo proprio farci perire di brutto!" obiettò CapoBianco "è da stamattina che siamo in giro. Siamo l'unica squadriglia di pirla ad averci messo una giornata per trovare 'sto ritrovo del porco!"
"eddai, CapoBianco" provai ad ammansirlo io "ci scarboniamo una cigarett e poi si va"; mi infilai tra le labbra una Lucky Strike e gli passai il pacchetto. "Ormai ci siamo". CapoBianco sfilò una Lucky e mugugnò qualcosa mentre frugava le tasche alla ricerca dell'accendino "allora si smokka una ciga e poi si va" concluse appoggiando il guidone a terra.

Stavo per proiettare il mozzico della mia Lucky con un'abile flessione del medio quando, al di sotto della cacofonia delle cicale in amore, avvertii un suono fuori ordinanza. "Cazzo c'hai?" mi chiese DragoNero notando il mio repentino immobilismo. Io rimasi ancora un attimo in ascolto, tentando di individuare la fonte del suono. "Voci" risposi.
"Voci?" Sollevò al testa dallo zaino e puntò la direzione del mio sguardo. Un attimo dopo 5 camicie azzurre ornate di fazzolettone d'ordinanza sbucarono da un sentiero nascosto tra le querce, alcune decine di metri più a monte.
"Fighe!" sibilò DragoNero con un sorriso mandrillo, appena realizzò che erano donne: cinque "guide" dall'aria non meno sfatta e stracotta della nostra; il cicaleccio delle loro voci si interruppe non appena scorsero la nostra inquietante presenza stravaccata a lato della carreggiata. "Cazzo di fighe" sussurrai io seguendo il loro avanzare imbarazzato verso la nostra posizione, "sembrano quelle napoletane cesse che erano l'altro ieri alla messa".
In effetti il gruppetto, nonostante le camicie generosamente sbottonate e i pantaloncini corti risvoltati, aveva un'aria sporca e trasandata che ammazzava ogni accenno di femminilità. Erano la versione al femminile della nostra scassa squadriglia.
CapoBianco riuscì a sibilare l'ultimo monito:"Non fate i pirla!".

Arrivata a pochi metri dal nostro spiazzo la pulzella in testa al gruppo si lanciò in un ciaoooo! tutto sorriso, con il resto del gruppetto a supportare gesticolando saluti; "sie quei del Treviso?" chiese la tipa col guidone -forse la caposquadriglia- formalizzando un saluto scout con la mano libera.
"Milanottavo" rispose CapoBianco replicando preciso al saluto, mentre con un piede cercava miseramente di mascherare nella polvere i nostri mozziconi.
"no perchè ciavean dito che s'eran quei del Treviso avanti su 'a strada..." proseguì la capa.
"e voi che reparto siete?" chiese Dragonero con aria guascona.
"semo del vicensa" rispose la girl sfilandosi lo zaino, subito imitata dal resto del gruppo. "avemo sbaià strada stamatina e ghe semo perse. L'è tri ore che caminemo sensa fermarse..."
"azz!" intervenni io, "e allora sit down please, che qui c'è bel fresco. Sigaretta?"

La mezz'ora seguente fu tutto un ma come vi chiamate ma quanti anni avete ma quante squadriglie siete ma avete già fatto l'hyke ma che strane le vostre mostrine di specialità e via discorrendo, tranquilli e guasconi nel fresco dell'ombria umbra, sotto querce polverose e infestate di cicale.
Otto scout sbarbatelli equamente suddivisi in base al sesso che in un tardo pomeriggio di luglio incrociavanio le loro storie, uniche come solo possono essere le storie di un campo nazionale scout, scambiandosi sigarette e lattine di Fanta calda come piscio, e storie di bivacchi e capireparto sfigati, e risate e battutine e aneddoti strani di vita all'aria aperta.
Sciammannati adolescenti, avevamo sigarette e libertà e ormoni in circolo e ragazze con cui pirleggiare, e il nostro mondo era lì.
La squadriglia dei Koala, reparto Milanottavo, ERA il mondo.

"fasemo 'e foto fasemo 'e foto!" cinguettò ad un tratto una delle pulzelle cavando una Nikon compatta dalla tasca dello zaino per scattare qualche istantanea del nostro bivacco impovvisato.
Pubarelle armeggiò poi con l'autoscatto per un paio di foto di gruppo, noi quattro marpioncelli con sigaretta in bocca stravaccati ai piedi di un masso con le tipe appollaiate sopra.

"Va bon fioi" disse alla fine la capessa trevigiana, "noi 'ndemo che gavemo de n'contrà ialtri gioo al campo". Sollevò lo zaino sbuffando e fece un cenno alle socie "ndemo cicie, ndemo!".
In un lampo erano pronte a ripartire: "venii anca voaltri?" chiesero.
CapoBianco gettò uno sguardo ai suoi prodi: io gironzolavo a piedi nudi cercando tra zaini e sacchetti il mio pacchetto di Lucky; DragoNero, a torso nudo, ribaltava l'intero contenuto del suo zaino nel tentativo di rintracciare la boccetta di Autan, seminando bestemmie e indumenti tutt'intorno; Pubarelle era sparito nel bosco per esigenze intestinali.
CapoBianco tornò a sedersi, sconsolato. "Andate avanti, vi raggiungiamo".

Ci volle un'altra mezz'ora e una corposa sequenza di sacroni da parte di CapoBianco prima di riuscire a ricomporci per riprendere il cammino.
"prendi il guidone" mi disse CapoBianco allungando il primo passo verso la striscia di asfalto.
Io allungai un braccio verso il bastone peloso e subito notai la scatoletta nera appoggiata di fianco sul masso; "naaaaa, guarda qui!" dissi a Dragonero sollevando la Nikon delle vicentine.
"'cattroia" fece lui "ma son rimaste foto?". Pubarelle scrutò la finestrella dietro lo sportello del rullino: "almeno 4 o 5".

Dragonero fu un lampo: mentre CapoBianco ci dava le spalle prese le macchinetta, si girò verso il bosco, si sbottonò i jeans calandoli fino al ginocchio e punto l'obiettivo della Nikon sulla patta. Io e pubarelle dopo un attimo di sorpresa iniziammo a scompisciarci di risate vedendolo così, chiappe al vento, mentre il lampo del flash gli immortalava l'anatomia anteriore. Pubarelle, piegato in due dalle risa, prese la macchinetta e si dedicò una retrospettiva ravvicinata dei propri quarti posteriori.
"lasciamene una!" dissi con le lacrime agli occhi per il gran ridere. Presi la macchina, mi calai le braghe e mi scattai anch'io un'istantanea ai gioielli.
CapoBianco nel frattempo realizzò ciò che stava accadendo e apparve quasi rassegnato all'ennesima compromissione della sua posizione di caposquadriglia dovuta alle nostre cazzate. Si limitò ad osservare quanto pirla fossero i componenti della sua squadriglia, e chiarì che declinava a priori qualsiasi conseguenza legata allo scherzetto appena concepito.

Partimmo di gran carriera convinti di raggiungere le fanciulle e guadagnarci così la fama dei gentiluomini riconsegnando loro l'apparecchio smarrito. Purtroppo giunsero al punto di ritrovo prima di noi e si persero nella massa maleodorante di scout e guide reduci dall'escursione. Non ci fu verso di rintracciarle.
Andammo quindi io e Dragonero alla postazione degli organizzatori per consegnare l'apparecchio. Trovai un organizzatore seduto ad un tavolo da campeggio.
"L'abbiamo trovata su un masso a lato della strada" dissi consegnandoli la macchina, tutto compìto nel mio ruolo di bravo scout che sta compiendo la buona azione quotidiana. "Abbiamo chiesto in giro, ma non abbiamo trovato di chi possa essere".
"Ci penso io" disse l'organizzatore prendendo la Nikon. "Grazie mille ragazzi" aggiunse alzando la mano nel saluto scout. Rispondemmo al saluto girando i tacchi. Eccheccazzo, noi si che eravamo bravi scout.

Ancora oggi non so cosa pagherei per vedere la faccia di chi ritirò quegli scatti dal fotografo.
 
Di SuperCirio addì 24/06/2007 @ 23:20:02, in Anima Animale, linkato 1365 volte)
C'è una categoria di persone che odio con fermezza: quelli che rientrano al lavoro dopo un periodo di ferie/malattia/assenze varie e scassano il cazzo via mail ai colleghi esordendo con "ciao a tutti, sono tornata/o oggi...", e cominciano a chiedere se è stato fatto questo e quello, a che punto è quell'altro, com'è messo il progetto x, quando ci si trova per il discorso y, e via discorrendo.
Tornano belli ricaricati da un periodo di fancazzismo e invece di starsene depressi in un angolo a impazzire di rientro, pretendono che tutti condividano il loro finto entusiamo. Meglio diffidare di gente così. Sono dei montati egocentrici, convinti che durante la loro assenza l'azienda si sia bloccata in disperata attesa del loro ritorno, anche se inconsciamente sanno che non è così. Perchè non è MAI così. La verità è che temono che la loro mancanza sia passata inosservata, che non se en sia accorto nessuno. Sono terrorizzati dall'idea che comunque, anche senza di loro, tutto abbia continuato a girare come sempre, o addirittura meglio. E allora appena rientrati cercano di rendersi protagonisti, compensano il periodo di lontananza mostrando una finta iperattività che serve solo a far incazzare chi, nel frattempo, è rimasto a tirare la carretta.
Dovrebbero riconoscere un'indennità a chi è costretto a lavorare con gente così.
 
Di SuperCirio addì 05/07/2007 @ 22:12:26, in Anima Animale, linkato 1140 volte)
Fatico anch'io a trovarci un senso, ma la scorsa notte ho sognato che combattevo contro orde di zombie. La cosa più strana è che la figura dello zombie, del morto che non è morto e va in giro a rompere i coglioni a coloro che invece vorrebbero godersi in pace il loro stato di viventi, non l'ho mai considerata più di tanto.
Mi ha sempre lasciato indifferente sia la sua caratterizzazione cinematografica (i pochi film sul genere che ho visto mi hanno annoiato -è il caso di dirlo- a morte) sia quella letteraria (mai letto nulla sul genere). Perfino nel campo dei videogiochi, dove i non-morti hanno sempre furoreggiato nella parte dei cattivi da sterminare senza pietà, ho pochissima esperienza diretta. Forse è proprio a causa di questa scarsa cognizione di causa che fatico a considerare la battaglia di stanotte come un vero e proprio incubo. Mancava quell'aura terrificante che a rigor di logica dovrebbe accompagnare un incontro ravvicinato -seppur nella sfera onirica- con tali terrificanti creature. Questo principalmente per tre motivi.
Il primo è che gli zombi del mio sogno non erano terrificanti proprio per niente. Niente bulbi oculari penzolanti dalle orbite, nessun osso fuoriuscito da carni putride, niente abiti laceri. Solo comuni persone dall'aspetto normalissimo, come portei incontrarne a decine passeggiando per la strada in questo momento. Se dal punto di vista iconografico le creature aderivano poco all'immaginario popolare, come atteggiamento erano invece abbastanza conformi al genere: sguardo inespressivo, camminata lenta e trascinata, ostinazione bovina nella ricerca dell'obiettivo (che ovviamente ero io).
Il secondo motivo era la totale mancanza di qualsiasi riferimento splatter. Gli scontri corpo a corpo con le creature si svolgevano senza alcun particolare cruento. Niente sangue, ferite, nessuna espressione di dolore da parte degli assalitori abbattuti. E questo nonostante la notevole dotazione di armi da difesa a mia disposizione, tra le quali l'immancabile sega a motore, pistole e fucili di vario tipo e calibro, e una grossa chitarra elettrica bianca in grado di sopraffare qualsiasi zombie assalitore con un solo colpo del manico*. Ma non v'era brutalità nei contrasti. Per esempio, bastava puntare la lama della motosega contro una creatura e questa, dopo qualche istante di immobilità inespressiva, era oniricamente fuori gioco**. Il terzo motivo che contribuiva a rendere poco terrificante la situazione era l'impostazione videoludica di tutta l'esperienza. Mi spiego. Possedevo, ad esempio una barra dell'energia. Non saprei dire nè dove nè come fosse quest'indicatore di vitalità, ma ne avvertivo la presenza e la "sentivo" calare ad ogni attacco del nemico, esattamente come nei più comuni videogames "sparatutto". C'è stato un momento in cui ho sbagliato a lanciare una bomba a mano contro un gruppo di zombie incalzanti e questa mi è esplosa troppo vicino riducendo di parecchio la barra dell'energia: mi sono dato del pirla*** per mezz'ora.
Inoltre i nemici erano stranamente categorizzati, come nei videogiochi: c'erano gli zombi semplici, eliminabili con un solo colpo di motosega o di doppietta; a questi si aggiungevano degli esemplari molto più subdoli, veloci e faticosi da abbattere, ed erano tutte donne****. Poi c'erano certi tipi con l'impermeabile verde che avevano la non secondaria facoltà, una volta abbattuti, di ricaricare la mia barra dell'energia.
Ne ho massacrato interi plotoni, per tutta la notte.

Si può chiamare incubo un'avventura così? Io mi son divertito. E' uno dei sogni che mi son piaciuti di più, dopo quello in cui toccavo le tette alla Simona Ventura e quello dove l'Inter vinceva la Champion's.

*Son queste piccole incongruenze che rendono avvincenti i sogni. Semprechè non si tratti delle prime avvisaglie di squilibrio psichico
**un pò come quando da bambini si giocava a cowboy contro indiani: quando la maggioranza ti considerava colpito a morte dovevi abbandonare il gioco.
***oniricamente parlando. Ma mi capita di farlo spesso anche nella realtà (di darmi del pirla, non di lanciare bombe)
****che sogni o sei desto, la donna è sempre donna
 
Di SuperCirio addì 12/07/2007 @ 22:35:27, in Anima Animale, linkato 986 volte)
Il tagliando dell'auto è come il dentista: costa un botto, e non puoi rimandarlo in eterno. Vista l'ormai imminente partenza per le ferie, ho deciso di dedicare alla mia Gloriosa Voiture il meritato tagliando annuale.
Inutile dire quale impresa sia stata trovare un'autofficina disponibile all'intervento in tempi brevi. Fatto sta che alle 8.30 di ieri mattina parcheggiavo la mia gloriosa sul pavimento unto dell'unica autofficina disponibile a tagliandarla prima di settembre.

I patti col mastro tagliandatore erano chiari: olio, filtri e controlli vari. Al massimo un'opzione sulle spazzole tergicristallo, che ogni volta che partivano sembrava mi stessero segando il parabrezza.
Tutto ok, all'ora prevista per la consegna il Mastro Tagliandatore accoglie nelle capaci manone le chiavi della Gloriosa, e arrivederci a stasera.
Tempo due ore, invece, ed ecco la prima mazzata. Il Mastro Tagliandatore mi comunica via cellulare la ferale notizia: le pastiglie dei freni sono andate. Occorre intervenire, e subito. Diversamente saran tragedie e sventure, la Gloriosa resterà senza freni, si ribalterà alla prima curva, a volte prenderà fuoco e gli alieni mi rapiranno mentre son fermo al semaforo. Va bene, dico io, facciamo 'ste pastiglie; ma quanto viene il tutto? Il Mastro Tagliandatore resta abilmente sul vago. Occorre valutare la mano d'opera, dice, considerare i costi materiale, poi c'è lo smaltimento degli scarti, più un sacco di altre variabili. Insomma non c'è verso di avere un'indicazione chiara, il prezzo previsto oscilla tra i 100 e i 250 euro, con una volatilità da far invidia ai tango bond argentini.
D'altro canto con la sicurezza in auto non si gioca, s'aggiungan quindi anche i freni. Alea Iacta Est.

Nel tardo pomeriggio torno nell'antro odoroso di benzina per riprendermi la Gloriosa, rigenerata dalle sapienti cure del Tagliandatore.
Costui se ne sta a riposare seduto dietro un cumulo di pneumatici e mi accoglie con un sorriso: "tutto a posto" tuba, levando un pollice bisunto. "Passi pure da Messer Incassatore, che intanto io le preparo la macchina". Messer Incassatore, un lungagnone con t-shirt brandizzata col logo del concessionario, sta rintanato dentro un cubicolo di vetro posto in un angolo dell'officina. Mi scorge in avvicinamento e con un sorriso fa cenno d'entrare. "Ohilà, buon viandante, qual buon vento ti mena per codeste lande?" mi dice appena entro nel cubicolo refrigerato.
"Vento di Zefiro, caro Incassatore" rispondo io "anzi di Zafira, nel caso specifico. La mia Zafira, cui avete rigenerato oli e liquidi su per tubi e condotte. Ora mi dica un pò, messere, di che morte vado morendo, poichè il mastro di là accennava stamani a cifre spaventevoli". "Spaventevoli, dite? Ma suvvia!" replica bonariamente il rapace scartabellando tra un cumulo di fogli "vediamo un pò che dice la fatturina. Oh, ecco qua!". Sfila dal mucchio un inquietante modulo continuo a tre fogli e inforca gli occhiali. "Dunque vediamo un pò... Opel Zafira, ecco qua: oliofiltriverificalivellietc-etc-etc" comincia a sciorinare spuntando col dito ogni voce dell'infinito elenco. "Venga venga, buon viandante, si avvicini che le spiego per bene ogni mistero della sua fatturina". Appoggia sul bancone l'incartamento. Con mossa ratta sollevo lesto il lembo dell'ultima pagina alla ricerca dell'infame cifra comprensiva di IVA. "Solo un attimo, buon viandante" chiosa l'Incassatore ponendo le mani a schermare i fogli "volevo prima illustrarle tutte le voci, affinché ogni dubbio sia fugato e la chiarezza abbia a trionfare..."
"Ma lei sa bene, illustre Incassatore, che per chi sta dalla mia parte del bancone ciò che preme conoscere sono i numerelli scritti in fondo, chè tutto il resto vien poi da sè!" replico io. "Ma certamente, gentile viandante, le dico quindi subito che tutto compreso siamo a quattrocentoquarantotto euro...". Il mondo mi vacilla intorno. "448 euro!! Eccosè, mi date forse una nuova voiture? Eppure mi pareva che la Gloriosa, seppur coi suoi annetti alle spalle, funzionasse assai bene. Per quale motivo volete vendermene una nuova? Poiché suppongo che per quella cifra sia previsto che io esca di qua al volante di una vettura di lusso nuova fiammante, non trovo altra giustificazione per un cifra così imperbolica."
L'Incassatore, ormai deciso a giocare a carte scoperte, tappezza il bancone coi fogli della fattura. "Gliel'ho detto, caro il mio viandante affranto, che era meglio acquisire una visione d'insieme, prima di focalizzarsi sul singolo particolare dell'importo..."
"Sarà anche un singolo particolare, ma guarda caso è proprio quello che andrà a riverberarsi sulle mie disastrate finanze! E' forse il caso di introdurre nella sua tanto cara visione d'insieme un'ulteriore singolo particolare, conosciuto a più con il nome di 'sconto'".
"Ma caro mio, qui è già tutto scontato! Guardi, guardi qui" mi mostra una colonna di numeri "questo è lo sconto applicato sui materiali, vede? E' un'iniziativa della nostra società per inentivare la fedeltà dei propri clienti".
"E avrete certo di che sudarvela la fedeltà dei clienti, con certi prezzi!" ribatto io. "Ma mi dica un pò, esoso Incassatore, che vado notando qui una voce assai strana: smaltimento scarti non recuperabili=14 euro. Cos'è mai codesto balzello?"
"Ma quale balzello, pignolo viandante? Parlerei piuttosto di contributo. Come abbiam detto, la sua Gloriosa monta ora nuove pastiglie pei freni. Ma delle vecchie pastiglie che ne facciamo? Come saprà, si tratta di materiale ritenuto inquinante, e come tale gravato da una serie di imposizioni normative che stabiliscono procedure e trafile per il suo corretto smaltimento a basso impatto ambientale. Inutile dire che tutto ciò ha i suoi costi, e la voce in questione altro non è che il contributo richiesto per lo smaltimento del componente residuo".
"Ma che diamine ho da contribuire io?!" -sbotto- "non potete nasconderle nel secchio dell'umido come fanno tutti? O passarle alle ecomafie che per poco prezzo ne faranno concime pei campi? Perchè vi accanite con queste gabelle ad uccidere un uomo già morto?"

L'Incassatore coglie il tono ironico della mia sparata, ma non si impietosisce: "sa com'è, son scelte aziendali. Paga con assegno o Bancomat?"
"Carta di Credito"
"Ops! Non la prendiamo. Abbiamo solo Bancomat"
"E allora Bancomat"
"Perfetto. Ah, per quanto riguarda il prossimo tagliando, tenga presente che il nostro programma di manutenzione prevede che venga effettuato a distanza di un anno o dopo 30.000 Chilometri. Valuti lei, in base al chilometraggio, qual'è l'opzione più adatta"
"Facciamo nella prossima vita, e non ne parliamo più, ok?"
"ah ah, simpatico viandante! Ecco fattura e scontrino. Arrivederci"
"seee, stikazzi".
 
Di SuperCirio addì 31/07/2007 @ 22:27:53, in Anima Animale, linkato 900 volte)
Ma allora com'è che funziona? Tutti in ferie tutti al mare, metà della popolazione italiana dovrebbe teoricamente essersi riversata nelle località di villeggiatura, e invece ieri sera tornando a casa ho trovato lo stesso traffico-porcaio di sempre.
O ci sarà un esodo di massa nel prossimo weekend, altrimenti qualcuno non la sta raccontando giusta.
 
Di SuperCirio addì 04/10/2007 @ 22:55:57, in Anima Animale, linkato 936 volte)
Avrei bisogno di riposo. Molto riposo.
Necessito di relax a tutto campo. Sento il bisogno di good vibrations, qualcosa che possa scuotere la monotonia del quotidiano con arpeggi nuovi e fiammeggianti.
Ieri vagheggiavo cambi radicali in ambito professionale.
Sognavo di fare l'operaio edile, forse lo stradino, o qualsiasi altro di quei lavori rocciosi che ti gonfiano i muscoli e ridicolizzano il concetto di dieta.
Che belli quei lavori che svuotano la mente, poichè usarla non serve comunque!
Ci guadagnerei in salute, smaltendo nella manualità pesante tonnellate di colesterolo endogeno. Riuscirei a dormire almeno 9 ore a notte, senza interruzioni.
Sarei schietto e grossolano, rozzo e sincero. Avrei un bar pieno di amici dove fermarmi la sera per una birra, prima di rientrare a casa.
Avrei una moglie contenta di lavare i miei jeans, e figli che studiano per poter avere, un giorno, un lavoro migliore del mio.

Soprattutto non avrei più voglia di scrivere cazzate.

 
Di SuperCirio addì 15/10/2007 @ 22:56:57, in Anima Animale, linkato 857 volte)
Quella scorsa è stata una settimana terribile, afflitta da menate che non sto neanche a raccontare. Il weekend l'ho speso in assoluto riposo nel tentativo di sciogliere almeno in parte lo stress e le stanchezza accumulata. Non so dire con quali risultati, certo non brillanti visto il mal di testa e l'irritabilità che mi trascino da questa mattina.
Ieri mi sono concesso mezz'oretta di libertà dalle menate famigliari per andare a votare alle primarie del PD. Più per esplicita richiesta di un candidato della mia circoscrizione che per reale appartenenza ideologica, ma tant'è. Un giorno potrebbe anche tornare utile.
fatto sta che sono arrivato a sera con ancora addosso quel certo senso di scazzo totale verso tutto e tutti.

In genere questo particolare stato d'animo mi spinge a cercar conforto nell'ascolto di buona musica.
Il problema, nell'immediato, è che di buona musica non ne dispongo. E' un periodo in cui sul mio lettore mp3 si liberano costantemente ampi settori di memoria. Non passa giorno senza che sparisca almeno un album.
L'abbuffata di indie music di cui il fido Creative ha goduto in questi mesi sta andando progressivamente esaurendosi.
Sono arrivato a cancellare interi album dopo averne ascoltato solo un paio di brani. Forse è l'età che mi ha reso più esigente -o meno tollerante- verso certa fuffa sonora, fatto sta che mi son ritrovato a sbarazzarmi di presunti mostri sacri della scena indie (come gli Arcade Fire o gli Arctic Monkeys) dopo un paio di ascolti soltanto dei loro più recenti albums.
Conitnuano ovviamente a campeggiare gli intoccabili della mia personalissima playlist: Modest Mouse, Boxcar Racer, Cursive, Ataris, e compagnia simile.


Mi sono scoperto ad apprezzare parecchio l'ultimissimo Springsteen con la sua Radio Nowhere: basta questo a dirla lunga sul deserto musicale che sto attraversando.
Spero che l'anima buona del vecchio Joe Strummer, da lassù, riesca a perdonare queste mie insane derive.
 
Di SuperCirio addì 17/10/2007 @ 22:41:23, in Anima Animale, linkato 932 volte)
Cronaca di oggi: all'interno del tribunale di Reggio Emilia, nel corso di un'udienza per una causa di separazione, un 40enne di origine albanese (parte in causa) caccia di tasca una pistola e comincia a sparare all'impazzata. Piazza una palla in testa alla moglie dalla quale si stava separando, poi fulmina il cognato che cercava di disarmarlo, infine comincia a sparacchiare a casaccio tutt'intorno ferendo poliziotti e avvocati. Tenta infine di fuggire ma un altro poliziotto lo secca sulla soglia dell'aula.
Una scena da far west, dicono i testimoni.

Adesso ci si chiede com'è possibile che sia stata introdotta un'arma all'interno del palazzo di giustizia, in barba a tutti i controlli e le procedure di sicurezza.
L'onnipresente Mastella minaccia ispezioni.

I miei dubbi invece puntano alla radice del problema, e mi chiedo: com'è possibile che le nostre politiche immigratorie continuino a consentire l'ingresso e la regolarizzazione di masse di potenziali delinquenti?
Quanti ne devono ancora volare di proiettili perchè in Italia ci si decida ad affrontare con serietà il problema dei flussi migratori, in particolare verso certe nazionalità troppo inclini alla violenza? O vogliamo continuare a raccontarci la barzelletta di matrice cattocomunista secondo la quale gli immigrati sono un ricchezza per il paese?

Wake up, please.
 
Di SuperCirio addì 27/11/2007 @ 22:10:36, in Anima Animale, linkato 940 volte)
Demotivati anche tu con despair.com! Grazie a questo comodo tool online potrai creare il tuo poster demotivazionale personalizzato, senza necessità di smanettamenti con Photoshop o similari. Ecco, a titolo di esempio, una mia creazione.

Scatena la tua creatività nichilista, sfoga con allegria il tuo pessimismo!
Non permettere che il mondo consumi la tua positività: annullatela da solo.
 
Di SuperCirio addì 20/12/2007 @ 23:55:23, in Anima Animale, linkato 1949 volte)
Dubito che il mio gatto legga questo blog (non lo fanno i miei simili, figuriamoci un gatto) ma, visto fallire ogni tentativo di inculcargli qualsiasi principio di normale convivenza tra un animale e il suo padrone, non mi resta che questo estremo tentativo.

Micio mio, non pretendo che tu divenga improvvisamente simpatico e giocherellone: non lo sei mai stato neanche da cucciolo, inutile sperarci adesso che sei un gattaccio maturo. Nemmeno mi indispone più quel miagolìo lamentoso e incessante che produci quando hai fame, cioè sempre.
Quello che veramente vorrei farti capire è che i tuoi omaggi sacrificali sullo zerbino della cucina non sono graditi, non lo sono mai stati e non lo saranno mai.
Topolini di campagna, lucertole, uccellini, insetti di ogni foggia e dimensione... cazzo, hai fatto del mio zerbino un altare pagano sul quale offrire le tue vittime a chissà quale divinità felina. Io non voglio le tue sadiche offerte, anche se sono io quello che paga il tuo Kitekat (e quanto ne pago!) non ho bisogno dei tuoi sacrifici rituali.
Perchè hai voluto massacrare quel piccione, ieri? E perchè lo vieni a fare proprio sullo zerbino della cucina? Non puoi limitarti a scannare le tue prede sul luogo di cattura come in genere fanno tutti i tuoi simili? Hai una vaga idea di cosa voglia dire mettersi a raccattare piume di piccione in giro per il giardino con 3 gradi sottozero?
E poi i tuoi omaggi puzzano, fanno senso, impestano e prima o poi ci infetteranno tutti con qualche morbo sconosciuto.
Ti ricordi quella volta che hai lasciato pezzetti di pelliccia sanguinolenta seminati davanti all'ingresso? Non sono mai riuscito a capire a quale animale possano essere appartenuti, ma la puzza! La puzza che emanava da quei poveri, miseri resti mi ribalta ancora le busecche al solo ricordo.
E quella volta del povero coniglietto senza testa? Beh, se da quel momento hai notato un cambio di atteggiamento nei tuoi confronti da parte delle piccole di casa, adesso puoi capirne il perchè. Non hai idea delle panzane che ho dovuto inventare per placare la loro disperazione davanti a quella scena straziante. Devo ammettere che in quel frangente sei stato molto astuto a tenerti fuori portata per un po': fossi riuscito a beccarti quel giorno, adesso ci sarebbe il fantasma di un gatto senza testa in giro a cacciare nelle campagne del triste Borgo Natìo.

Io non ti capisco: divori scatolette di Kitekat a ritmo continuo, sei grasso quanto una tigre bulimica, non hai un cazzo da fare tutto il giorno... che bisogno hai di andare in giro a far strage di bestiacce?
Capisco la difficoltà a sopprimere l'istinto primordiale della caccia, però almeno evita di appestarmi la casa con i tuoi trofei!
Se vuoi dimostrare sottomissione verso i tuoi padroni hai mille altri modi per farlo, ma per favore evita i "regalini" perchè ormai rischi di ottenere l'effetto contrario.

Tra qualche giorno è Natale, tempo di regali: giuro che ti faccio trovare sotto l'albero un bella confezione di Kitekat al pollo&tacchino, il tuo preferito, se in cambio tu prometti di non regalarmi NIENTE almeno fino a Pasqua, sei d'accordo? Ti conviene esserlo...
 
Di SuperCirio addì 28/12/2007 @ 21:26:29, in Anima Animale, linkato 902 volte)
Sono ancora qui, vivo e poco vegeto. Non è mica un risultato da niente, coi tempi che corrono.
Questo inverno infame sta cercando di piegarmi attaccandomi sulla salute. Lo dicevo a mia moglie l'altro giorno: questo freddaccio ci ucciderà tutti. Lei ha alzato il riscaldamento e ha regolato la temperatura dell'acqua sanitaria elevandola di parecchi gradi. Tra le tante cose che mia moglie ancora non ha capito, c'è anche la differenza tra temperatura dell'acqua sanitaria e quella di riscaldamento, così adesso ogni volta che mi lavo le mani me le spello lessandole sotto un getto di acqua incandescente.
Dicono gli esperti che nei primi giorni del nuovo anno potrebbe nevicare anche a bassa quota. So già che non succederà, come non succede ormai da anni, e allora gli esperti si affanneranno a darne la colpa all'effetto serra e al surriscaldamento globale. Dopo settimane di temperature sottozero, le cassandre climatiche torneranno a pronosticare catastrofi non appena la colonnina dei termometri si azzarderà un paio di lineette sopra la media. Fa niente se per settimane si è schiattato a -4 costanti: quello è la normalità. Il mondo va a rotoli solo se fa caldo.
Oggi è stato l'ultimo giorno di lavoro dell'anno. Dovrebbe esserci una specie di cerimonia in queste occasioni, come una ricorrenza da festeggiare, un rituale pagano da espletare. In realtà è stata una giornataccia come tutte la altre nel corso dell'anno, se non addirittura peggio. Gli ultimi giorni dell'anno dovrebbero essere di assoluto relax. Si chiude un anno, ragazzi, una serie interminabile di giornate faticose, rotture di coglioni, rogne da gestire, colleghi incazzosi, scioperi degli autoferrotranvieri. In questi giorni ci si dovrebbe raccogliere in meditazione davanti a ciò che resta di un anno di lavoro. Si dovrebbe riflettere su quanto fatto, quanto resta da fare, quando si sarebbe potuto fare mentre non c'è più il tempo di farlo.
Invece gli ultimi giorni si concentrano le rotture di coglioni, come se la gente avesse fretta di liberarsi delle rogne rifilandole a chi capita per togliersele dalle mani prima che il nuovo anno li sorprenda con ancora in mano il cerino acceso.
Ci sono le chiusure di fine anno, ti dicono. Perchè, dopo la befana non riaprite? Sembra che si possa evitare di trascinarsi nel nuovo anno i propri problemi semplicemente rifilandoli sul gobbo a qualcun altro entro il 31/12.
Ci hanno provato in tanti con il sottoscritto in questi giorni. A tutti coloro che mi hanno scaricato un problema, pensando di liberarsene entro fine anno, garantisco che restituirò tutto con gli interessi prima ancora che la befana sia sparita con la sua scopa. E tanti auguri a tutti.

 
Di SuperCirio addì 22/02/2008 @ 22:12:20, in Anima Animale, linkato 974 volte)
Esiste uno stato d'animo che i francesi definiscono, con perspicacia sopraffina, l' "Esprit d'Escalier".
Il concetto, per chi non lo conosce già, si può spiegare con un semplice esempio:
- state discutendo animatamente con il vostro capo, o con un collega, o con chi volete voi. Vi infervorate, i toni si alzano, entrambi vi ritenete dalla parte della ragione o quantomeno nessuno è disposto ad ammettere di essere nel torto. Questo aspetto non è rilevante ai fini della spiegazione.
All'improvviso il vostro avversario vi colpisce (metaforicamente) con qualcosa di inaspettato: un insulto non giustificato, un'accusa dolente, una critica velenosa. Presi alla sprovvista, vi limitate a parare il colpo in qualche modo, controinsultando, mandando semplicemente a cagare o mostrando il dito medio. E ve ne andate. Magari giù per le scale, così l'esempio risulta ancora più calzante.
State scendendo gli scalini, rimuginando immusoniti su quanto appena successo, e all'improvviso, illuminante come la più assoluta delle verità, vi coglie l'ispirazione di ciò che avreste potuto dire o fare per volgere a vostro favore il risultato dell'alterco.
Lo spirito della scala è lì, appollaiato sui gradini, che vi mostra con colpevole ritardo quali sarebbero state le parole giuste, i gesti azzeccati, o soltanto i silenzi più adatti.

E' uno spirito maligno e insolente, sempre pronto a riflettere i tuoi limiti e le tue inadeguatezze. Ciò che ti insegna oggi non ti servirà domani, e se anche un giorno ti servirà ancora, te ne sarai già dimenticato.
Se ne sta lì, come un vigile agli incroci del tuo destino, per farti perdere occasioni, alimentare rimpianti, sfoltire le opportunità. Quanto più piacevole potrebbe essere la tua esistenza se ti riuscisse di scorgere sempre e con immediatezza la cosa più giusta da dire o il gesto più adatto da compiere?
Quanta ricchezza, soddisfazioni, scopate in più?
Puoi non incontrarlo per mesi, magari per anni, ma lo spirito può aspettare. Sa che vi incontrerete di nuovo, prima o poi, alla fine di qualche scala. Ti farà un sorriso un po' beffardo, ti metterà un braccio attorno alle spalle, e avvicinandoti la bocca all'orecchio lo sentirai sussurrare...

E non c'è ascensore che ti possa salvare.
 
Di SuperCirio addì 26/02/2008 @ 18:01:25, in Anima Animale, linkato 1024 volte)
Buonasera, mio dolce SuperCirio!
Oilà, chi turba la quiete del mio tardo pomeriggio?
Non mi riconosci? Sono la tua coscienza, che diamine.
La mia coscienza? Caspita, è un po' che non ci vediamo. Ti trovo un po' invecchiatella o sbaglio?
Senti chi parla. A proposito, buon compleanno. Perdonami gli auguri in ritardo, ma come saprai passo buona parte del mio (e tuo) tempo assopita.
Lo so, tu e Ragione dormite e basta. Ma se il sonno della Ragione genera mostri, mi chiedo cosa diavolo ci si debba aspettare da te.
Meglio che non te lo chiedi.
Infatti. Comunque non preoccuparti, a parte i familiari stretti e qualche collega interessato a farsi offrire il caffè, per il resto sei in buona compagnia.
Ma dai! Niente auguri da conoscenti e amici?
Ami... cosa?
Possibile tu non sappia che la vera ricchezza di uomo sta negli amici sinceri che lo circondano?
Ah si? Allora dichiaro subito bancarotta.
Sempre il solito, gli anni passano ma non cambi mai. Moralmente, intendo. Per tutto il resto la decadenza è evidente.
Tu invece diventi ogni anno più stronza, lo sai?
Critica, caro SuperCirio. Quella che tu chiami stronzaggine in realtà è solo senso critico. Migliora con l'età, come il vino.
Speriamo non diventi aceto.
C'è anche questo rischio.
Vabbè, comunque grazie per gli auguri. Ora se non ti spiace tornerei alle mie faccende.
Ferma i buoi, vecchio mio. Sai bene perchè sono qui.
No, non lo so, anche se in realtà temo di saperlo: sei qui per il solito Bilancio Esistenziale post-genetliaco, vero?
Era facile.
(alzando gli occhi al cielo) No guarda, abbi pazienza ma quest'anno proprio non è cosa. Magari ne riparliamo più avanti.
Sai bene quant'è importante la giusta collocazione temporale per la stesura del Bilancio Esistenziale.
Si si, i compleanni...ogni inizio d'anno... Però veramente, quest'anno non c'ho cazzi per queste pratiche introspettive. E poi non è cambiato niente rispetto all'anno scorso, quindi se proprio vuoi fatti una copia dell'ultimo Bilancio approvato e cambia la data con quella di oggi, ok?
E se invece proprio questa immutabilità della tua linea esistenziale diventasse la prima voce da prendere in esame?
Lo vedi che sei stronza? Mi ci stai tirando dentro a forza. Controproposta: questa volta mi lasci in pace, e l'anno prossimo facciamo il Bilancio più approfondito di tutta la nostra vita. Magari svegliamo pure Ragione e quei cazzoni dei Sentimenti e ci facciamo una brainstorming session da rivoltarci tutta la personalità
come un guanto. Che ne dici?
Mmmmm... sai bene che al tuo (nostro) prossimo traguardo anagrafico si dà in genere un valore particolare, quasi uno spartiacque nella vita di una persona. Tu vorresti gravarlo ulteriormente? Potrebbe risultare pesante...
Correrò il rischio.
Allora per me va bene (raccoglie il suo carico di rimpianti). Restiamo d'accordo così, ci vediamo tra un anno. Ovviamente se nel frattempo dovessi aver bisogno di me, non hai che da svegliarmi.
Grazie, ma cercherò di non disturbare. Al limite potrei svegliare Ragione. Lei e tutti i suoi simili sono anni che dormono. Proprio mentre questa società disgraziata avrebbe più bisogno di loro.
Quella cazzona. Crede di poter affrontare ogni cosa con il suo pragmatismo illuminato. E' un peccato non poter fare a meno di lei.
Sarebbe peggio. In passato interi popoli ci hanno provato, e i risultati bruciano ancora.
Vabbè, conserva le tue visioni para-filo-psico-socio-logiche per il nostro prossimo incontro. Ne avrai bisogno.
Buon sonno, Coscienza.
Grazie, ma non sono io quella che dorme, caro SuperCirio. Sei tu.
.....
Hasta luego (sparisce)
 
Di SuperCirio addì 03/03/2008 @ 22:56:18, in Anima Animale, linkato 1035 volte)
Secondo gli arcani principi che regolano la nostra psiche, quando il numero di giorni che ci separano dal nostro 40° compleanno è inferiore a 365, i nostri pensieri cominciano ad orientarsi con progressione costante verso il tema della morte.
Non sono preludi di uno stato depressivo, ma semplici prese di coscienza. Non ci si può limitare ad una grattata di coglioni ogni volta che la moglie suggerisce la sottoscrizione di una polizza vita. Prima o poi l'innegabile caducità della natura umana ci costringerà a delle riflessioni serie sulla questione.

Il mio problema è che di serietà ne ho poca, inoltre nutro pochi convincimenti circa l'esistenza di una vita eterna ultraterrena, quindi al momento mi limito a fantasticare circa le modalità con cui potrei un giorno -che per ovvie mi ragioni mi auguro assai lontano- passare nel mondo dei più.

Considerato che da parte di padre abbondano le cardiopatie da ipercolesterolemia, mentre da parte di madre si registra una confortante tendenza alla longevità, mi autoassegno un realistico 50% di probabilità di schiattare per patologie coronariche. Prospettiva tutt'altro che allettante, e che per tendenza ad un pigro fatalismo neanche tento di combattere (se si esclude qualche pillolona di omega3 ogni tanto, quando mi ricordo di prenderla), ma ragionevolmente prevedibile.
Si aggiungono poi innumerevoli altri fattori di rischio che concorrono alla possibilità di una mia eventuale dipartita a seguito di evento clinico avverso: 15 anni da fumatore accanito, esposizione prolungata alle polveri sottili milanesi, abuso di videogames, consumo compulsivo di caramelle gommose, moglie ansiogena, etc.
Il tutto fa un altro buon 30%, a voler stare larghi, di possibilità di schiattare per cause psicofisiche.
A questo va poi aggiunto un ulteriore 15% di rischi extrafisiologici quali incidenti domestici, sinistri automobilistici, fenomeni criminali, etc.

Al netto di tutte le sfighe sopra elencate mi rimane quindi un misero 5% su cui almanaccare circostanze di morte improbabili e fantasiose, tipo la caduta in un vulcano attivo, un'invasione di alieni antropofagi o l'attacco di un varano di Komodo.
Se proprio di qualcosa devo schiattare, che ci sia almeno un tocco di originalità.
Anche le esequie dovranno essere in sintonia: in chiesa, ma con cameriere in topless che gironzolano tra i banchi servendo Campari e birre medie, gente allegra che chiacchiera in un'atmosfera rilassata, musica giusta dagli altoparlanti, ed io seduto in prima fila, fuori dalla bara usata come tavolo per gli snacks.
Infine che le mie spoglie siano incenerite in un forno per la pizza e i residui smaltiti nel rispetto dell'ambiente.
Allegria, eccheccazzo.


 
Di SuperCirio addì 03/04/2008 @ 20:18:53, in Anima Animale, linkato 931 volte)
Non è poi così difficile far girare la testa a una ragazza.

 
Di SuperCirio addì 05/05/2008 @ 10:43:57, in Anima Animale, linkato 866 volte)
Mercoledì la (giustissima) pubblicazione online dei redditi, con cifre ridicole di fianco al mio nome e conseguenti travasi di bile.
Ieri un derby che è andato come è andato e lo scudetto, una volta dato per sicuro, che ritorna in discussione.

Oggi non sono una persona alla quale conviene dare del fastidio...
 
Di SuperCirio addì 17/05/2008 @ 17:06:45, in Anima Animale, linkato 892 volte)
Bruce Chatwin sosteneva che il nomadismo è una condizione innata dell'uomo, un retaggio primordiale legato alle origini della specie, quando spostarsi in continuazione era l'unica possibilità per sfuggire alle ostilità della natura, alla fame, agli inasprimenti climatici, alle bestie feroci.
Tracce di quel nomadismo istintuale, legatosi nel tempo con il desiderio di conoscenza connaturato alla nostra razza, è resistito a millenni di stanzialità e ancora si manifesta in alcuni tratti del nostro comportamento.

Chatwin però non ebbe mai occasione di osservare un fenomeno istintuale ancora più radicato nella natura umana, più arcaico e profondo perchè dettato dalla paura. E la paura, si sa, è la più antica di tutte le emozioni.
Allora chissà cosa direbbe di quella nomade che a Napoli ha scatenato il più ancestrale dei nostri incubi, ha reso concreta una paura che fa leva sugli impulsi animali di ciò che resta del nostro antico cervello da rettile: il predatore che si introduce nella tana per mangiare i nostri cuccioli.

Spetterà agli inquirenti stabilire la verità sui fatti e chiarire se le accuse rivolte alla giovane rom corrispondono a verità, ma nel frattempo la paura ha già scatenato i suoi effetti: le molotov contro i campi nomadi di Napoli sono l'evoluzione delle clave con le quali i nostri antenati pelosi difendevano dalle bestie feroci sè stessi e i loro cuccioli.
E' una forma di imbarbarimento, è vero. Qualcuno ha detto che è un ritorno al medioevo, una regressione della razionalità.Ma il raziocinio è destinato a soccombere quando si vive nella paura.
E noi, di questi tempi, di paura ne abbiamo davvero tanta.
 
Di SuperCirio addì 04/06/2008 @ 07:48:36, in Anima Animale, linkato 955 volte)
Hai presente il videoclip di "Shut Me Up" dei Mindless Self Indulgence, quello con il cassiere di supermercato che sbarella all'improvviso?*
Ecco: fatti i dovuti parallelismi, oggi mi sento in uno stato d'animo più o meno identico.

(*) non fingere, con tutta probabilità non li hai neanche mai sentiti nominare 'sti Mindless Self Indulgence. Rimedia subito qui.
 
Di SuperCirio addì 20/06/2008 @ 13:15:22, in Anima Animale, linkato 1054 volte)
http://img179.imageshack.us/img179/3818/iltemdelmepb7.jpgAi tempi in cui frequentavo le scuole medie, il massimo della trasgressione per le mie compagne di classe era andare al cinema col proprio ganzo a vedere Sophie Marceau che faceva la zoccoletta.

Tra le 16enni di oggi invece va di gran moda il concepimento collettivo.

L'ho sempre detto che avrei preferito nascere in un lontano futuro...
 
Di SuperCirio addì 10/07/2008 @ 20:40:02, in Anima Animale, linkato 1028 volte)
Appello a tutte le ragazze in procinto di partire per le ferie:
piuttosto che andare all'estero a fare le sgallettate con un uruguayano ubriaco soprannominato "il grasso" e poco avvezzo alla galanteria, provate prima a fare un salto da me: vi faccio trovare i mojito già pronti, risparmiate un sacco di soldi sul viaggio e il ritorno a casa è garantito...
 
Di SuperCirio addì 01/08/2008 @ 20:03:29, in Anima Animale, linkato 937 volte)
(da www.repubblica.it del 01/08/2008)
Pesce a profondità record
Catturato a una profondità di 2.300 metri, è stato portato in superficie in una cabina pressurizzata.

- - - -
Prime dichiarazioni dell'animale appena giunto in superficie:
"tutto 'sto sforzo per rompere i coglioni proprio a me?"
 
Di SuperCirio addì 26/08/2008 @ 17:12:21, in Anima Animale, linkato 879 volte)
Si sbaglia di grosso chi mi accusa di aver poca stima e rispetto nei confronti di mia suocera. Al contrario, sono convinto che quella santa donna abbia la facoltà di saper instillare in chiunque la circondi una grandissima fiducia nell'avvenire.
Del resto, se una simile rincoglionita è riuscita a raggiungere indenne e in buona salute la soglia dei settant'anni, allora chiunque ha diritto ad una speranza nel proprio futuro.
 
Di SuperCirio addì 19/09/2008 @ 07:57:14, in Anima Animale, linkato 1038 volte)
Epporc... neanche stavolta sono riuscito ad andare oltre l'1 nel Superenalotto.
Povera Raffaella, chissà per quanto ancora mi dovrai aspettare...
 
Di SuperCirio addì 26/09/2008 @ 20:51:07, in Anima Animale, linkato 833 volte)
E' da quattro giorni che gli imbianchini hanno terminato di pittarmi casa, e ancora non mi sono abituato a quella sensazione di vivere in un ambulatorio psichiatrico.
Tutto troppo bianco, troppo chiaro, troppo asettico.
Non ho ancora trovato il tempo/la voglia/l'ispirazione per riattaccare al loro posto le stampe e i quadri che ancora giacciono impilati in garage, terrorizzati dall'idea di essere le vittime incolpevoli di chissà quale furore iconoclasta.

La verità è che voglio perdermi ancora un po' davanti al vuoto smagliante delle pareti disadorne. Almeno finchè non comincerò a manifestare i primi segnali di squilibrio.

Troppo tardi?


 
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