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Shine On You Crazy Diamond
Di SuperCirio addì 22/03/2007 @ 20:00:07, in Saluti e baci, linkato 897 volte)
C'era F. che era amico mio e di E. e stava nella classe di fianco alla nostra (io e E. eravamo compagni). Erano i primi anni delle superiori e il vecchio F. era un bravo ragazzo, sicuramente molto più di E. e del sottoscritto; e poi gli piaceva studiare, cosa che io ed E. invece facevamo a tempo perso. Durante l'intervallo ci ritrovavamo tutti insieme in corridoio per fumarci una sigaretta. F. fumava la mia stessa marca di sigarette, le Lucky Strike, e spesso ce le scroccavamo a vicenda. Poi passò alle Camel, quelle col pacchetto giallo vecchio stile, ma il rito di scroccarcene qualcuna ogni tanto continuò lo stesso. Oltre alla passione per il tabacco tostato avevamo in comune quella per la musica, ne parlavamo in continuazione. Più che altro io e F., perchè E. era un mezzo fighetto dalla griffe facile e il padre commercialista: la sua anima adolescenziale non fiammeggiava del sacro fuoco della ribellione, e preferiva stordirsi con le cagate pop di quegli anni sterili. F. e io invece convergevamo, anche se certe sue derive metal a volte lo spingevano su nebulose distanti anni luce, salvo poi vederlo tornare dopo tempi indefiniti, magari a cavallo di un qualunque Guccini prima maniera. Era fatto così. Eravamo fatti così. Gli anni della scuola volarono e noi tre anime agitate ci disperdemmo. Non passò molto tempo e un pomeriggio incontrai F. in metropolitana. Io tornavo da una delle prime lezioni della mia breve carriera universitaria mentre lui, militare di leva, rientrava dal servizio presso non so quale caserma milanese. Mi sembrò tranquillo, aveva ottenuto l'avvicinamento e gli era consentito dormire a casa invece che in caserma. E poi non gli mancava molto al congedo, era questione di pochi mesi ormai. Mi descrisse un paio di progetti di lavoro che voleva mettere in pratica una volta rientrato nei ranghi civili. Mi parlò anche di E., con il quale aveva mantenuto i contatti. Me lo ricordo tranquillo. Non so dire se fosse felice, né ho la pretesa di saper valutare se e quanto il mio prossimo sia felice, però posso dire che F., in quell'occasione, mi parve sereno. Tranquillo, rilassato e sereno. Per questo all'inizio mi fu difficile credere alle parole di A., quando una domenica mattina di qualche mese dopo mi chiamò per dirmi che avevano trovato la Ford di F. col motore acceso, un tubo da irrigazione che collegava la marmitta al finestrino, e il cadavere di F. seduto al posto di guida. Qualcuno mi disse che gli avevano trovato stretto tra le dita un foglietto con scritto un nome da donna; qualcun'altro azzardò che la ragazza in questione avesse anche presenziato alle esequie, tenendosi silenziosamente in disparte. Io ricordo soltanto che F. amava come me i Pink Floyd e il tabacco tostato, e che il giorno del suo funerale splendeva il sole, come oggi.