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piange il citofono...
Di SuperCirio addì 09/11/2009 @ 19:32:08, in high tech, linkato 1175 volte)
Volendo classificare tutte le conquiste tecnologiche dell'homo sapiens-sapiens in base alla loro complessità, in quale posizione andrebbe a collocarsi il citofono?
Non mi riferisco a quelle diavolerie ultramoderne con le suonerie stile orchestra e il monitor HD per vedere le smorfie degli ospiti buontemponi; intendo proprio il citofono classico, la versione base con la cornetta per mandare a cagare i testimoni di Geova la domenica mattina senza neanche guardarli in faccia, e di fianco il tasto che fa esplodere la serratura del cancello con il rumore di una martellata sull'incudine.
Secondo pratica tecnica consolidata, questi modelli proletari necessitano di soli 4 cavi di collegamento per funzionare. Quattro miseri spaghetti di rame isolato per connettere l'intimità domestica con il caos del mondo oltre il cancello.

Il mio citofono apparteneva a questa categoria. Ne parlo al passato perchè settimana scorsa, dopo soli 5 anni di onorato servizio, ha scelto di rendere al Grande Costruttore la sua anima in vetronite.
Per una strana combinazione del destino, nel momento stesso in cui ti si guasta il citofono un sacco di gente decide di farti visita per i più svariati motivi, costringendoti a piantonare la finestra con il terrore che qualcuno -sapendoti certamente in casa perchè bloccato dall'influenza- possa restare a scampanellare inutilmente un quarto d'ora prima di temere il peggio e chiamare i VVFF.

Data la semplicità del dispositivo in questione, ero convinto che sostituirlo sarebbe stato uno scherzo. Mi sbagliavo.
Per la modica cifra di 29.90 euro ho comprato un modello di fabbricazione francese (primo errore...) che l'etichetta, con tutta la falsità di questo mondo, descriveva come "standard". Ecco. Nel mondo che ho in mente, quando una cosa è definita 'standard' significa che in linea di massima si può adattare a tutti gli impieghi per i quali è stata concepita. Per la stessa ragione, un citofono che ha l'arroganza di definirsi 'standard' lo si dovrebbe poter installare e utilizzare in qualsiasi contesto abitativo, che si tratti di una isba nella steppa siberiana o di una palafitta nel Borneo, e in tutti i casi farebbe il suo sporco lavoro senza pretese nè difficoltà. Invece...

Invece.
Mi  sono spaccato la testa l'intero weekend intorno a quel fottuto pezzo di plastica e ai suoi 4 fili maledetti, senza venire a capo di nulla. È pur vero che senza uno schema dei collegamenti serio (quello incluso nella confezione è una farsa: parla di 4 cavi e poi ne disegna 11) la faccenda si complica, ma l'aver passato ore combinando i 4 cavi in tutti gli incroci possibili, e ottenendo come massimo risultato l'apertura del cancello, è stata un'esperienza umiliante. Mi sono accanito su quei disgraziati morsetti fino alla disperazione; ho setacciato internet spulciando decine di forum e portali per i nerd dell'elettrotecnica; ho indotto nel vicinato seri dubbi circa la mia salute mentale, dopo che mi hanno visto uscire in strada centinaia di volte, sotto la pioggia, a suonare il mio stesso campanello. Ad un certo punto anche il resto della famiglia mi sbirciava con un'aria di divertito compatimento.

Risultato: zero. Pezzi del vecchio e del nuovo marchingegno giacciono ancora mischiati tra loro sul tavolo della cucina. Sul muro, nel punto dove una volta amministravo con saggezza gli accessi alla casa, pendono esausti e malridotti i 4 cavi che nessuna scienza al mondo è più in grado di riportare alle funzioni originarie.

Come ultima attenuante, prima di dichiarare ufficialmente il fallimento e rivolgermi ad un elettricista, voglio ipotizzare che il malefico dispositivo, a dispetto di tutte le sue sbandierate peculiarità di prodotto 'standard', possa non essere compatibile con la piastra esterna. Ipotesi che giustificherebbe l'inutilità dei miei sforzi, ma aprirebbe scenari altrettanto terrificanti: alla luce dei fatti, la prospettiva di dovermi cimentare anche nella sostituzione della piastra esterna mi fa tremare i polsi.
Alla fine temo che questa faccenda mi sarà costata ben più dei 29,90 euro già buttati per un prodotto che vorrei pestare sul cranio a tutti i francesi che l'hanno concepito.

Nel frattempo, per cortesia, chiunque avesse la necessità di suonarmi il citofono mi faccia prima uno squillo di preavviso..