Di seguito i deliri pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Compiere 43 anni non è poi così male, se tra i regali c'è anche questo:
Devo ammettere che fin dall'inizio il mio approccio agli ebook è stato frenato da un tradizionalismo che in realtà non mi appartiene. Per una questione di materialità, più che altro: dei miei libri (così come dei miei dischi) sono sempre stato geloso, e la gelosia è un'emozione che si fonda sul possesso. Ma se viene a mancare la forma fisica di ciò che si ama possedere, come si può esserne gelosi? L'idea di leggere un libro destinato a non occupare uno spazio fisico sugli scaffali delle mie librerie mi pareva un'eresia. Fortunatamente sono uno che ama cambiare idea, e alla fine mi sono comprato questo: Nulla di avvenieristico/trascendentale, s'intende: diciamo che è la versione proletaria dei più blasonati Ipad e Kindle, però il suo sporco lavoro lo fa, e lo fa bene. Non ci incarti il pesce nè lo puoi usare le schiacciare le mosche, ma vuoi mettere l'aria gekissima che ti dà? (oltretutto in rete trovi paccate di ebook aggratizz... capisci a mmè...)
Tra le numerose ambizioni di questo inutile blog c'è quella di voler costituire un punto di riferimento per tutti i nerd e gli smanettoni pipparoli da keyboard appassionati di web (killer) application. Proprio in quest'ottica vorrei oggi presentare il risultato delle mie approfondite ed esaustive analisi dell'ultima creatura della grande G: Google BUZZ. Fa cagare. È un incrocio minimalista e poco omogeneo tra il microblogging Twitter-style e il social networking di Facebook, uno svogliato e malriuscito wannabe-a-killer-webplatform che a mio avviso non turberà di una virgola il sonno di Zuckerberg e soci. In più fa pure acqua per quanto riguarda la privacy. Vedi te...
Volendo classificare tutte le conquiste tecnologiche dell'homo sapiens-sapiens in base alla loro complessità, in quale posizione andrebbe a collocarsi il citofono? Non mi riferisco a quelle diavolerie ultramoderne con le suonerie stile orchestra e il monitor HD per vedere le smorfie degli ospiti buontemponi; intendo proprio il citofono classico, la versione base con la cornetta per mandare a cagare i testimoni di Geova la domenica mattina senza neanche guardarli in faccia, e di fianco il tasto che fa esplodere la serratura del cancello con il rumore di una martellata sull'incudine. Secondo pratica tecnica consolidata, questi modelli proletari necessitano di soli 4 cavi di collegamento per funzionare. Quattro miseri spaghetti di rame isolato per connettere l'intimità domestica con il caos del mondo oltre il cancello.
Il mio citofono apparteneva a questa categoria. Ne parlo al passato perchè settimana scorsa, dopo soli 5 anni di onorato servizio, ha scelto di rendere al Grande Costruttore la sua anima in vetronite. Per una strana combinazione del destino, nel momento stesso in cui ti si guasta il citofono un sacco di gente decide di farti visita per i più svariati motivi, costringendoti a piantonare la finestra con il terrore che qualcuno -sapendoti certamente in casa perchè bloccato dall'influenza- possa restare a scampanellare inutilmente un quarto d'ora prima di temere il peggio e chiamare i VVFF.
Data la semplicità del dispositivo in questione, ero convinto che sostituirlo sarebbe stato uno scherzo. Mi sbagliavo. Per la modica cifra di 29.90 euro ho comprato un modello di fabbricazione francese (primo errore...) che l'etichetta, con tutta la falsità di questo mondo, descriveva come "standard". Ecco. Nel mondo che ho in mente, quando una cosa è definita 'standard' significa che in linea di massima si può adattare a tutti gli impieghi per i quali è stata concepita. Per la stessa ragione, un citofono che ha l'arroganza di definirsi 'standard' lo si dovrebbe poter installare e utilizzare in qualsiasi contesto abitativo, che si tratti di una isba nella steppa siberiana o di una palafitta nel Borneo, e in tutti i casi farebbe il suo sporco lavoro senza pretese nè difficoltà. Invece...
Invece. Mi sono spaccato la testa l'intero weekend intorno a quel fottuto pezzo di plastica e ai suoi 4 fili maledetti, senza venire a capo di nulla. È pur vero che senza uno schema dei collegamenti serio (quello incluso nella confezione è una farsa: parla di 4 cavi e poi ne disegna 11) la faccenda si complica, ma l'aver passato ore combinando i 4 cavi in tutti gli incroci possibili, e ottenendo come massimo risultato l'apertura del cancello, è stata un'esperienza umiliante. Mi sono accanito su quei disgraziati morsetti fino alla disperazione; ho setacciato internet spulciando decine di forum e portali per i nerd dell'elettrotecnica; ho indotto nel vicinato seri dubbi circa la mia salute mentale, dopo che mi hanno visto uscire in strada centinaia di volte, sotto la pioggia, a suonare il mio stesso campanello. Ad un certo punto anche il resto della famiglia mi sbirciava con un'aria di divertito compatimento.
Risultato: zero. Pezzi del vecchio e del nuovo marchingegno giacciono ancora mischiati tra loro sul tavolo della cucina. Sul muro, nel punto dove una volta amministravo con saggezza gli accessi alla casa, pendono esausti e malridotti i 4 cavi che nessuna scienza al mondo è più in grado di riportare alle funzioni originarie.
Come ultima attenuante, prima di dichiarare ufficialmente il fallimento e rivolgermi ad un elettricista, voglio ipotizzare che il malefico dispositivo, a dispetto di tutte le sue sbandierate peculiarità di prodotto 'standard', possa non essere compatibile con la piastra esterna. Ipotesi che giustificherebbe l'inutilità dei miei sforzi, ma aprirebbe scenari altrettanto terrificanti: alla luce dei fatti, la prospettiva di dovermi cimentare anche nella sostituzione della piastra esterna mi fa tremare i polsi. Alla fine temo che questa faccenda mi sarà costata ben più dei 29,90 euro già buttati per un prodotto che vorrei pestare sul cranio a tutti i francesi che l'hanno concepito.
Nel frattempo, per cortesia, chiunque avesse la necessità di suonarmi il citofono mi faccia prima uno squillo di preavviso..
Io desidererei... vorrei... voglio!... ESIGO... PRETENDO poter testare il nuovo Google Wave, ma per incomprensibili ragioni gli infami di Mountain View hanno subordinato l'accesso alla nuova funzionalità soltanto a chi è in possesso di specifico 'invito' ( you must be invited: e da chi?). Se qualche paraculo generoso visitatore avesse la possibilità di potermi regalare uno degli 'inviti' di cui sopra, sappia fin d'ora che godrà la mia più totale gratitudine in secula seculorum
Quante possibilità ci sono che venga ricelebrato il processo agli autori di PirateBay? Di logica, tantissime: tra i giudici che hannno condannato gli autori della famosa piattaforma di file sharing c'era un certo Tomas Norstrom, membro dell'associazione svedese per la tutela del copyright. È come se della giuria del processo Thyssenkrupp facesse parte l'amministratore delegato della Thyssenkrupp stessa. Insomma, palese conflitto di interessi e conseguente vizio processuale. Il fatto è che in ambito giuridico (ma non solo) la logica regge finchè regge un minimo equilibrio di forze e poteri tra le parti in causa, cosa che nel procedimento contro Pirate Bay difficilmente si può realizzare. Da una parte ci sono le potenti lobby dei diritti d'autore coi loro appoggi politici cementati da interessi economici enormi. Dall'altra tre ragazzotti che hanno messo in pratica un'idea geniale, e milioni di utenti internet che grazie alla loro idea scaricano abitualmente contenuti coperti da copyright ma che nello specifico non contano un cazzo, anzi sono proprio loro il bersaglio da colpire tramite l'oscuramento di PirateBay. Ciò che questi ricchi signori si ostinano a non capire è che i primi fruitori di contenuti a pagamento sono proprio coloro che scaricano abitualmente , secondo la logica del "prima assaggio, e se piace compro". E invece no, i potentati del copyright si ostinano nelle loro logiche oscurantiste fatte di minacce, sanzioni, processi a sistemi destinati comunque a rinascere nel giro di poco con altre forme e altri nomi. Qualche anno fa, quando venne smantellata la rete Napster, qualcuno sostenne che il download illegale aveva le ore segnate: i fatti (e l'incremento costante di materiale scaricato) ci dicono oggi l'esatto contrario. Il processo contro PirateBay è solo l'ennesima, patetica e inutile esibizione di forza da parte di un sistema di tutela della proprietà intellettuale che non è stato capace di adattarsi ai cambiamenti di un mondo che si muove più in fretta di qualsiasi sentenza.
Probabilmente non sono molti gli intestatari di un contratto Alice ADSL 7 Mega che possono vantare queste performance di connessione.
Per quanto riguarda la mia personale esperienza posso solo dire che questa è la risultante di:
- 10 mesi e 21 giorni di incazzature;
- 31 telefonate al 187, con stati d'animo variabili tra l'incazzato, il disperato e il minaccioso
- 2 fax di protesta al Servizio Commerciale Telecom (entrambi tutt'ora senza riscontro);
- 5 "interventi tecnici" a domicilio, ognuno dei quali meriterebbe un post a parte;
- 1 sostituzione router, rivelatasi poi inutile come tutto quanto fin qui elencato.
Però da alcuni giorni, in virtù di chissà quale misteriosa alchimia verificatasi negli insondabili recessi tecnici di mamma Telecom, i parametri di connessione sono di tutto rispetto.
In compenso è morto il VOIP, che già prima funzionava male, ma almeno funzionava.
Forse è vero che non si può aver tutto (tantomeno da Telecom) ma io non mi arrendo...
Ho già avuto occasione in tempi non sospetti di scagliarmi contro Facebook e il concetto di Social Network in generale. Adesso che il fenomeno è in crescita esponenziale, e come tale anche i suoi detrattori, mi trovo ad essere in totale disaccordo su quanto ha scritto oggi il Corriere in proposito. Considerare Facebook un giochino da sfigati sottintende una ignoranza di fondo sull'argomento, senza contare che si sta parlando di una "moda" che ha ormai contagiato oltre 1.300.000 soltanto in Italia. Tutti sfigati afflitti dalla solitudine? Poco credibile. Il fatto poi che l'articolo si basi sulle dichiarazioni di un'oscura psicologa esperta in attacchi di panico (e che c'entrano gli attacchi di panico con il social network?) che ha classificato i facebookiani suddividendoli in sei categorie patologiche, la dice lunga sull'autorevolezza delle opinioni espresse. Insomma, che Facebook sia un magnete per gli sfigati non lo metto in dubbio, ma che TUTTI o anche solo una grossa parte dei suoi utenti siano tali è una tesi difficile da sostenere. Non rinnego quanto ho scritto neanche un mese fa, però ammetto che Facebook ha delle sfaccettature divertenti. Non ci divento pazzo, lo trovo soltanto un metodo rapido e gradevole per mantenere certi contatti che, per questioni geografiche o altro, difficilmente si potrebbero mantenere in forme più "reali". E se proprio mi devo riconoscere in una delle categorie indicate dal Corriere, allora scelgo quella dei Nostalgici: "Una nostalgia per i vecchi tempi che, di fatto, è un rimpianto per i rapporti veri e perduti, per un'infanzia e un'adolescenza ormai lontana e mitizzata."Embè? Se anche fosse, che male c'è?
Ho sprecato 9 minuti e 56 secondi della mia preziosa esistenza guardando questo strano individuo che delira davanti a un monitor in attesa di non so quale "evento" commerciale legato al mondo Mac. Alla fine ho stabilito che: - il web 2.0 non è per tutti; anzi, a qualcuno fa decisamente male;
- avere una chioma abbastanza folta non autorizza a passarci le mani con gesto compulsivo ogni 5 secondi;
- la mia è stata l'ultima generazione nella quale aveva senso riporre un minimo di fiducia per il futuro;
- le nuove tecnologie sono fruibili anche dai portatori di disabilità mentali. O forse sono proprio le nuove tecnologie che ne creano in continuazione.
- l'universo Mac sarà anche molto elitario ma catalizza frotte di sfigati;
- c'è ancora qualcuno che su internet non ci va soltanto per cercare video porno;
- se un giorno mia figlia dovesse portarmi a casa uno così, combino un macello...
L'idea è talmente banale che viene da domandarsi perchè nessuno finora ci abbia mai pensato: abbandonare il CD come supporto musicale e vendere gli album in formato digitale direttamente su scheda microSD. Semplice e geniale. E non è tutto: secondo le prime indiscrezioni, i file contenuti sarebbero esenti da DRM (Digital Right Management) e quindi liberamente trasferibili su PC, lettori mp3, cellulari etc., e non sto neanche a pensare che scialo sarà una cosa del genere per le reti di scambio p2p. Semplice, geniale e conveniente (per chi scarica). Alla faccia di tutti i neoromantici che vorrebbero veder rivalutata quell'anticaglia del vinile.
Con tristezza e contrizione annuncio all'umana popolazione tutta che il mio fido Motorola, dopo quasi 4 anni di onorevole servizio, ha improvvisamente posto fine alla propria operatività. A sostituirlo degnamente (spero) è stato chiamato questo aggeggio al quale auguro fin d'ora una carriera altrettanto proficua e duratura, altrimenti finisce su eBay in un lampo.
da: XXXX@GMAIL.COM (censurata) a: Supercirio@gmail.com
Buongiorno!
I guadagni supplementari sono necessari voi, allora voi attenzione del
fuoco sulla nostra proposta.
Presento uno di grandi saloni dell’automobile dell’Italia.
Vendiamo tali automobili come Lamborghini, Porsche, Ferrari.
Abbiamo molti soci. Oggi cerchiamo la gente per il lavoro con i nostri
clienti sul telefono ed attraverso il Internet. Selezionate il tempo di
lavoro.
Nell’ultima settimana ogni operatore è stato ottenuto 550 (dólares).
Ci sono 5 posti vacanti supplementari per il lavoro dal centralinista.
Desiderate lavorare, scrivete la lettera al direttore e-mail: xxxx@gmail.com (censurata)
Scriva il vostri nome e numero di telefono. Stipendio danno ogni settimana.
Il reddito dipende da lavoro. All’ora sono ottenuti da 15 (dólares).
Scriva la lettera.
- - - - da SuperCirio@gmail.com a XXXX@GMAIL.COM Buongiorno te! Ma sul serio tu dare me sacco dólares supplementari? Ma per veramente? Molto bello yuhm yuhm! Io molto interessato faccio subito fuoco su tua proposta. Però non avere capito io cosa fare tu lavoro che io poi ottenuto tutti i dòlares: forse rubare macchina? Porsche Lamborghini Ferrari non facili rubare, suoi proprietari mica scemi! Oppure tu dare dòlares per vendere macchina rubate e io parlare con tuoi clienti? Tu dare me 550 dòlares ogni settimana per parlare con clienti così, con tutti verbi infinito come indiani di film John Waine? Parere molto interessevole! Io scrive lettera, però tu fai favore non usare traduttore automatico Gugol per rispondere me...
Mah, devo dire che mi aspettavo qualcosina di più da questo Chrome, non foss'altro per la convinzione che se Google ha deciso di fare il terzo contendente nell'eterna guerra dei browser tra Mozilla e Microsoft, probabilmente è perchè riteneva di avere in mano l'arma finale. Invece finora in quanto ad armi segrete Chrome sembra averne meno dell'Iraq di Saddam. Si, è funzionale, essenziale come si conviene ad un'applicazione dell'universo Google, ma gli manca quel qualcosa in più indispensabile per farne una vera killer Application (mi sorprende che non sia stato previsto un 'plugin market' in stile Firefox). Credo che le versioni più aggiornate degli strumenti di navigazione attuali abbiano già raggiunto i livelli di funzionalità ottimali rispetto ai contenuti disponibili sul web, ed è proprio su questi che si dovrebbe concentrare ogni sforzo di sviluppo e innovazione. Un altro browser che si accapiglia per un pugno di utenti in più è proprio l'ultima cosa di cui la Rete aveva bisogno.
Al giorno d'oggi per essere un bravo musicista non serve saper suonare; basta smanettare con la giusta perizia Adobe Premier*
* software assai ganzo per il montaggio di video digitali
Tra poche ore farà il suo ingresso trionfale nella mia esistenza un nuovo PC con proc. Pentium IV dual core, memoria RAM a gogo, spazio disco infinito e scheda video a simbologia metaforica. Un affarone da pochi euro che non potevo lasciar scappare. Non essendo dotato di sistema operativo, dovrò provvedere da me medesimo all'installazione/configurazione del suddetto; essendo Windows XP sp2, al momento, il candidato più accreditato per dare anima al novello hardware, non sono da escludersi complicanze che impediranno l'aggiornamento di questo blog per un numero di giorni non preventivabile. Non mi pare di sentire lamenti né urla isteriche di disperazione.
Update delle 23.11: tutto ok nuovo apparato perfettamente efficiente ed operativo. Vi è andata male anche stavolta, eh?
C'è una malignità intrinseca nelle segreterie telefoniche digitali. Mi spiego: sulla mia scrivania troneggia un mastodontico telefono digitale, un monolite grigio sporco (nel senso che è grigio e sporco) coperto di tasti e lucine, assai ricco di funzioni in parte ignote e in parte inutili. Tra le opzioni offerte c'è la casella vocale centralizzata, cioè una vocina femminile metallica e un po' indisponente che in caso di mia assenza invita il chiamante a lasciare un messaggio dopo il beep. La presenza di nuovi messaggi viene indicata da un led rosso di dimensioni esagerate piazzato sopra il tastierino. Fin qui, nessuna differenza rispetto a qualsiasi altro sistema di segreteria telefonica. Il problema nasce quando si ha la necessità di ascoltare un messaggio pervenuto. Essendo una segreteria centralizzata, occorre chiamare il numero interno del sistema, seguito dal numero del proprio interno e dallo stramaledetto codice personale, cioè una password composta di 4 cifre a scelta dell'utente. Anche qui niente di trascendentale: nell'orgia di password e codici di accesso in cui siamo ormai abituati a destreggiarci, un numerello in più o in meno non farebbe la differenza, non fosse che: - con una frequenza che ho calcolato essere intorno ai 3 minuti, il sistema impone il cambio del codice; - il nuovo codice non può essere identico a nessuno dei 15.000 precedentemente impostati; - quando cazzo ne ha voglia, il sistema decide che il tuo codice è sbagliato quindi scordati di ascoltare i messaggi, cocchino mio.
Fatto sta che non idea di cosa sia successo, ma da qualche giorno il mio codice risulta errato e il led se ne sta lì, rosso e fiammeggiante come gli occhi di Cerbero, a rammentarmi che c'è qualcosa di mio, o comunque a me destinato, bloccato nell'anima di silicio di un apparato elettronico, finché non avrò inserito come dio comanda quel fottuto codice. Forse è il messaggio più importante della mia vita: un ricco parente americano, di cui ignoro l'esistenza, che vuole nominarmi suo unico erede; Gisele Bundchen che in un accesso di furia erotomane cerca potenzali partner componendo numeri a caso; il mio direttore generale che si è reso conto delle mie straordinarie potenzialità e vorrebbe offrirmi un ruolo dirigenziale... Temo però, a voler essere realista, che non possa trattarsi d'altro che di rogne. Qualcuno che non vedeva l'ora di affibbiarmi qualche rottura di coglioni, ben felice di non avermi trovato e di poter scaricare le sue seccature nella mia casella vocale... Malefico led, brucerai indisturbato fino alla fine dei tempi.
Esimi hacker informatici est-europei, stamattina aprendo l'email aziendale mi sono ritrovato un altro dei vostri spassosissimi messaggi di phishing con il quale mi invitate, a tutela della segretezza dei dati del mio conto corrente online, ad inserire le mie credenziali di accesso in uno dei vostri specifici siti-fuffa. Scusate, ma io non vi capisco: con tutte le competenze tecnologiche ed i capitali che impiegate per architettare queste truffe informatiche, possibile non riusciate a coinvolgere qualcuno in grado di scrivere i messaggi in un italiano quantomeno decente? E' una cosa patetica, al limite del commovente. Vi propongo uno scambio: io vi riscrivo il messaggio in un lessico accettabile, e voi la smettete di riempirmi l'email con 'sta robaccia, che tanto -ormai l'avrete capito anche da soli- con me non c'è trippa per gatti. Incollo qui sotto il vostro messaggio originale cui faccio seguire la mia versione rivista: - - - - - - Egregio cliente, Legga attentamente l’informazione piùgiu: Per perfezionare il sistema della sicurezza dei conti dei nostri investitori contro gli attentati illegittimi delle persone terze, l’amministrazione della nostra banca ha deciso di ristrutturare il sistema della sicurezza e di passare alla piattaforma del generazione nuovo che assicura il massimo livello della segretezza dei depositi. Il Dipartimento della sicurezza della nostra banca ha proposto di trasferire alla piattaforma durante il termine corto tutti i conti elettronici i quali sono serviti dalla nostra banca per decurtare tutti i rischi possibili. Egregio Cliente, in un'ottica di costante miglioramento dei nostri servizi alla Clientela, abbiamo ritenuto opportuno implementare nuove e più robuste procedure di sicurezza per l'accesso e la fruizione dei servizi forniti tramite il canale Internet, allo scopo di tutelare dai rischi di truffe informatiche i nostri titolari di conto corrente online.
Se ha ricevuto questa lettera, dunque il Suo account è già registrato nel sistema. Tutto che Lei bisogna fare per attivare il margine lavorativo è andare al http://www.xxxxxxxx.it dopo che Lei si troverà automaticomente nella pagina principale della banca. Nel posto adeguato si deve stampare il Suo login e il password per il accesso per il conto personale. Dopo che si è convinto che è possibile operare il conto come prima senza i problemi con l’amministrazione dei mezzi finanziari, si può lasciare il margine lavorativo. Se ha dubbio durante il lavoro con il conto o non è possibile fare nessuni operazioni, è necessario urgente mettersi in contatto con il Dipartimento della sicurezza. Per il completamento delle procedure di attivazione del Suo account sulla nuova piattaforma tecnologica, la preghiamo voler accedere al nostro Portale Istituzionale inserendo le credenziali (userID e password) utilizzate abitualmente. Il nostro Servizio Clienti è a Sua completa disposizione per qualsiasi indicazione o chiarimento dovesse necessitarLe in merito alla procedura di riattivazione dell'account.
Qualora se non è riuscito ad attivare il accesso per il conto durante 24 ore, sarà fermato parzialmente del nostro servizio della sicurezza. La fermata sarà annulata automaticomente appena che fa il accesso per il conto. La preghiamo voler completare la procedura sopra descritta entro e non oltre 24 ore dal ricevimento della presente. Decorso tale termine il nostro Settore Sicurezza Informatica provvederà alla temporanea disabilitazione di alcune funzionalità previste dal Suo profilo; tale blocco verrà automaticamente rimosso in occasione del primo accesso all'area riservata.
Siamo sicuri che si piacerà il livello della sicurezza che vi propogniamo. Grazie per collaborazione Dipartimento della sicurezza inLineaNet. Nella speranza che i nostri sforzi a tutela della Sua sicurezza Le risultino graditi, desideriamo ringraziarLa per la cortese collaborazione e con l'occasione porgiamo cordiali saluti.- - - - - - Ueh hackers, non sarà una cosa eccezionale (non mi occupo di comunicazione aziendale) però se alla fine qualcosa ci salta fuori, vediamo di far arrivare una fettina anche al sottoscritto, ok?
Sto provando un simpatico plugin per Firefox che dovrebbe permettermi
di postare cazzate sul blog direttamente dalla finestra del browser.
Questo è pertanto un post di test e chiunque riuscirà a leggerlo
-semmai risulterà leggibile- sarà testimone di una strepitosa conquista
scientifica.
SuperCirio ver. 2.0 è da tempo una realtà.
Website, Blog, Twitter, Live Messenger, Skype, Flickr, Facebook... A parte Second Life, la cui interfaccia non "gira" su Window Vista (o almeno: fino a poco tempo fa la Linden, società creatrice di SL, non aveva rilasciato la versione compatibile col nuovo so Microsoft) per il resto sono presente su quasi tutte le maggiori social networking platforms del web.
Mi resta però un grande interrogativo: a che cazzo mi serve tutto ciò?
Il website è in versione beta da anni; il blog è sullo stesso dominio riconducibile all'autore, quindi mi vincola nei contenuti; Messenger lo uso coi colleghi vicini di scrivania, Skype non lo apro da mesi; di Flickr -questo si- ne faccio un uso intensivo, ed è infatti l'unico per il quale possiedo un account pro (a pagamento); Facebook lo trovo per molti aspetti infantile e noioso.
Per non parlare poi dei vari MySpace, Blogitalia, Friendster, etc dei quali neanche ricordo più le credenziali di accesso.
Apprezzavo molto Pandora, una community in ambito musicale che per motivi incomprensibili è stata inibita all'utenza italiana. Fortuna invece che Last.fm, nonostante la recente acquisizione da parte della Virgin, continua ad essere un pianeta ospitale per i musicofili di qualsiasi gusto.
Qualcuno obietterà che il ruolo delle piattaforme di social networking è quello di fornire i mezzi e le strutture adatte allo sviluppo ed all'aggregazione di comunità virtuali, ma sta poi all'utente creare, coltivare e far crescere la rete di contatti all'interno della comunità stessa. E su questo potremmo aprire un dibattito infinito circa la mia predisposizione alla socialità che non è il caso di affrontare ora e in questa sede. Senza contare che tra i miei contatti "reali" il livello di presenza web è ancora agli albori del 1.0 (l'instant messaging rimane un mistero occulto per quasi tutte le mie conoscenze).
E' ildestino di certi pionieri che, essendosi portati troppo avanti, alla fine si ritrovano soli.
Con estrema contrizione comunico alla popolazione tutta di codesto amabile pianetucolo che il mio apparecchio televisore marca Loewe mod. Profile, dopo 9 anni di onorato servizio, si è arreso nella serata di ieri alle ingiurie del tempo e dell'usura.
Si è trattato purtroppo di una morte annunciata: è successo più volte, nei mesi scorsi, che durante il normale funzionamento dalla tv partissero improvvisi ed inquietanti scoppiettii, con successiva sparizione dell'immagine. Si rendeva necessario, a quel punto, spegnere l'apparecchio e lasciarlo raffreddare per un po', dopodichè riprendeva a funzionare regolarmente.
Finchè ieri sera, proprio durante la visione del sesto dvd della prima serie di X-Files, la tv ha cominciato improvvisamente a emettere schiocchi e soppiettamenti a raffica, tanto che ho ritenuto più salutare scollegarne direttamente l'alimentazione onde evitare guai peggiori.
Ora lo scenario è drammatico. Il tv è irrimediabilmente fuori gioco (data l'età sarebbe inutile tentare una riparazione) e le ferie, evento tradizionalmente dispendioso, sono alle porte.
Mia moglie suggerisce di sostituirlo provvisoriamente con l'altro televisore, quello con attaccata la Playstation e dedicato per convenzione familiare alle (mie) attività videoludiche: proposta bocciata (da me).
Io preferirei rinunciare alle ferie ed acquistare, finalmente, un bel LCD da 37 pollici minimo: proposta bocciata (dalla moglie).
Siamo in fase di stallo, l'intesa si prospetta difficile da trovare. Senza contare che ho un episodio di X-Files interrotto a metà, e questo è l'aspetto più seccante di tutta la faccenda.
Settimana scorsa negli USA è partita la campagna di vendita di Iphone, il nuovo gadget di casa Apple, e mi ero ripromesso di seguirne sui media i primi passi nel mercato globale. E quale mercato potrebbe essere più globalizzato di quello americano? Tanto più che adesso i pazzi che si mettono in coda davanti ai negozi con giorni di anticipo rispetto al lancio ce li hanno pure loro, non sono più una prerogativa esclusiva dei giapponesi. Ho letto che un tizio -forse newyorkese, non ricordo- è rimasto accampato davanti ad un negozio per un'intera settimana. Ne hanno fatto un eroe, tutti i giornali ne hanno parlato ed è pure finito sui maggiori network tv. Tutto grasso che cola, semmai ne avesse ancora bisogno, per il brand Apple che ha fatto ancora una volta centro pieno.
Ma la cosa più intrigante in tutta la faccenda è che sono riusciti a creare un interesse enorme nei confronti di qualcosa che non c'è. In fin dei conti dov'è 'sto iPhone? Qualcuno l'ha visto? Ne ha smanacciato tutti i tastini? Se l'è passato sugli incisii per capire se è fatto di metallo o di plastica o di merda? No, però stan tutti lì ad aspettarlo in coda sotto la pioggia.
La gente vede un mela rosicchiata e automaticamente acquista. Lo chiamano Ghost Marketing e racchiude nella sua anglofona coincisione il concetto che, nella nostra economia, la comunicazione conta più del prodotto. Che esiste, ed è ottimo, ci mancherebbe; del resto se vendi fuffa puoi pure metterci tutta la comunicazione che vuoi, ma alla fine non vai lontano perchè non puoi infilare le mani in tasca alle persone mentre le prendi per il culo.
Però nel caso dell'iPhone ha venduto più l'idea, il concetto che non il prodotto stesso.
Ho deciso pertanto, a quasi una settimana dal lancio ufficiale, di approfondire le mie conoscenze circa le caratteristiche di Iphone. Immagino che ravanando bene i forum più specifici sia già possibile ritrovare anche le prime critiche.
La cosa più strana di tutto questo mio interessamento per i prodotti Apple è che non ne possiedo neanche uno. La mia unica esperienza con la mela morsicata si riduce ad un Ipod 30Gb di proprietà di un collega il quale gli aveva irrimediabilmente fiammato il firmware nel tentativo di aggiornarlo. Dopo innumerevoli quanto inutili tentativi di riportarlo in vita me lo regalò, sicuro che non ci fossero speranze di rianimarlo. Io a dir la verità non ci ho neanche provato. Ho contattato giusto per curiosità un centro di assistenza per quel tipo di prodotto, ma riparare quel dannato Ipod mi sarebbe costato come comprare altri due lettori nuovi di qualsiasi altro produttore. Non ne valeva la pena, tanto più che il mio Creative da 20Gb, acquistato su Ebay ad un prezzo neanche lontanamente paragonabile al suo pari capacità di Apple, soddisfa pienamente ogni mia esigenza di musica mobile. Altra categoria di prodotto, obietterà qualcuno. Sarà, ma se li usi per ascoltarci indie-rock in metropolitana, uno vale l'altro.
Fatto sta che l'iPhone mi incuriosisce anzichenò. un aggeggio che fa telefono, lettore mp3, palmare, fotocamera e chissa quant'altro ancora, stuzzica i miei gangli tecnofili.
Certo che costa un botto. Apple ha un pò rotto i coglioni proprio per questo: capisco la qualità del prodotto, la ricerca costante e l'attenzione al particolare, però non si può produrre esclusivamente prodotti di nicchia. E noi poveracci allora che facciamo, sempre la figura da figli del parroco?
La versione merricana del prodotto costa un cosmomiliardo di dollari; in Europa il cambio ci favorirà un pochetto, ma ci sarà comunque da cacciare oltre mezzo cosmomiliardo di euro per portarsi a casa il gadgettone.
Ho intenzione di capirci qualcosa anche riguardo al target del prodotto. Il telefono lo usano tutti, grandi e piccini. Il lettore mp3 è più un oggetto da sbarbatello o comunque limitato ad una certa fascia di età. Il palmare resta più uno strumento da manager, perchè bene o male noi comuni mortali le nostre mail e navigazioni internet le gestiamo dal pc di casa, dell'ufficio, a scuola, etc.
L'insieme di tutte queste funzionalità, pomposamente definito " convergenza", presuppone un target ben specifico.
Che sarà costituito perlopiù dall'esercito, sempre numeroso, degli sboroni. Quelli che lo devono avere a tutti i costi, perchè è un prodotto di nicchia, ce l'ha tutta la gente giusta e fa fighissimo avercelo sempre in bella mostra. Spesso mi son chiesto se l'Ipod avrebbe avuto lo stesso successo senza la pubblicità intrinseca che gli hanno fatto molti personaggi dello sport e dello spettacolo (Madonna o Adriano, per dirne un paio) esibendo in ogni occasione i loro esemplari. Non c'è calciatore in Italia che non sia stato immortalato mentre scende dal bus della società con gli auricolari bianchi piantati nei padiglioni e l'Ipod in mano.
Ritengo quindi che l'iPhone sarà, almeno per lo scenario europeo, il classico gadget di nicchia di cui poche persone sfrutteranno pienamente tutte le potenzialità.
p.s. e intanto piove ancora, Apple ladra.
Per quante tribolazioni abbia tentato finora, non c'è verso di trovare un cazzo di driver per la mia webcam che sia compatibile con il cazzo di Windows Vista stramaledetto.
Pertanto, miei affezionati ammiratori, potrete conoscere ogni dettaglio e movimento della mia giornata seguendomi in tempo (quasi) reale su questo servizio. Vi si trovano indicazioni su ciò che il vostro eroe sta facendo/dicendo/pensando in alcuni momenti della giornata scelti a cazzo secondo l'umore o il tempo a disposizione per aggiornare.
Sulla genuinità delle informazioni garantisco in prima persona, che son io a compilarle quindi più genuine di così si schiatta.
Tempo fa leggevo da qualche parte una storiella simpatica su un presunto virus informatico elaborato da hacker rumeni pasticcioni i quali, assolutamente digiuni di informatica e incapaci di elaborare un virus vero e proprio, scrivevano una mail alle potenziali vittime pregandoli di provvedere direttamente alla cancellazione di alcuni file di sistema.
Oggi mi è arrivata una mail dal contenuto ugualmente surreale il cui mittente, un fantomatico capitano Mazzi della polizia di stato, mi contesta di aver visitato alcuni siti da dove avrei scaricato file mp3 pirata.
Ora, è vero che a volte i funzionari delle forze dell'ordine non hanno una gran padronanza della lingua italiana ( barzellette e aneddoti sul tema si sprecano), però 4 paragrafi senza mai usare uno straccio di accento mi sembra esagerato anche per il capitano Mazzi, no? Ah, Ovviamente neanche ci penso a "desarchiviare" l'allegato!
Per chi ama baloccarsi con Photoshop come il sottoscritto, il sito Worth1000.com è una specie di Sacro Olimpo riservato agli dei della grafica digitale.
Ma più che la perizia nell'uso dello strumento (in molti casi superba) è l'idea, la creatività e l'inventiva di molte opere a lasciare stupiti.
Non conosci worth1000.com? Pentiti, e vacci subito.
Oh grande Photoshop, lode e onore a te in secula seculorum...
Gli americani sono avanti, dobbiamo ammetterlo.
Ecco ad esempio come un professore statunitense ha brillantemente risolto il problema dell'invadenza dei telefonini in aula.
Ne prenda buona nota il nostro ministro Fioroni...
Epperò con quante forme si palesano i cambiamenti! Oggi ad esempio ho deciso di sistemare le vecchie foto. Una volta questo significava scrollare la polvere dai vecchi album ingialliti, riesumare dalla soffitta scatole e scatoloni di foto da scartabellare poi, con pazienza e malinconia (warning: innesto poetico), lungo un intero pomeriggio di pioggia. Alla fine il tutto, esclusa la polvere, tornava esattamente da dove era venuto per qualche annetto ancora.
Oggi invece mi sono seduto al pc e ho spostato un po' di immagini tra le varie cartelle, che in questo caso diventano la versione digitale dei vecchi album. Grazie al fido Photoshop ne ho rimaneggiate in quantità per correggerne errori di esposizione e difetti. Alla fine ho archiviato il tutto su dvd. Un solo, semplice cazzutissimo dischetto di platica e alluminio. Ah, il progresso!
Magari mancherà la poesia dei vecchi album da sfogliare, ma vuoi mettere la comodità? E poi senza polvere, eccheccazzo.
Molti forse conoscono già Pandora, una Internet Radio che a dispetto del nome inquietante si sta rivelando una vera cuccagna per musicofili.
Basata sul Music Genome Project, Pandora è fondamentalmente una web radio che permette l'ascolto in streaming di brani musicali selezionabili mediante ricerca per artista o titolo. Automaticamente il sistema compila una selezione di brani le cui caratteristiche richiamano per sound e stile l'artista o il brano ricercato.
E fin qui, tutto sommato, niente di nuovo: anche altri servizi quali Yahoo Radio, Live365 o Last.fm sono basati più o meno su questo principio del "similar artist or soundlike". Scelgo un artista e il sistema me ne sciorina una sfilza teoricamente simili. Purtroppo questo meccanismo ha una criticità intrinseca legata ai metodi di classificazione dei vari artisti, vincolato spesso alle rigide compartimentazioni (tanto care ai discografici e ancor più ai critici) per genere musicale; inoltre questi servizi spesso delegano all'utente l'onere della catalogazione in base a discutibili principi transitivi: se X utenti ascoltano brani sia di Tizio che di Caio, significa che Tizio e Caio sono artisti simili. Il metodo funziona, ma i limiti sono intuibili.
Pandora invece ha un approccio sì basato sui generi, ma integra una profondità analitica assoluta e ineguagliata. Ogni brano viene analizzato e catalogato in base all'artista ed al genere musicale cui appartiene, ma non solo: per la tassonomia di ogni singolo pezzo vengono presi in considerazione oltre 400 parametri quali la melodia, il ritmo, l'armonia, gli strumenti musicali presenti, la durata dei brani, le parole dei testi, le sfumature nella voce del cantante, e via dicendo. In pratica vengono mappati i 'geni' di ogni brano musicale.
E' possibile definire fino a cento artisti preferiti e per ognuno Pandora si occuperà di stilare e proporre all'ascolto una compilation di brani "geneticamente simili". Una vera pacchia.
Non ho provato con la ricerca di autori italiani, ma tutto sommato neanche mi frega di provarci.
n.b. post da leggere stringendosi delicatamente i gioielli con una mano
Nell'era dell'informazione va da sè che alcuni dati sulla tua persona, nome e cognome in primis, possano ritrovarsi un pò dappertutto. Database anagrafici, software bancari, schedari digitali di società, enti, imprese... Nel corso di un a normale esistenza i nostri nomi circolano su decine, o forse centinaia di sistemi informativi differenti. Quando però ti ritrovi registrato su un software gestionale come questo, puoi essere certo che è per l'ultima volta...
Dunque, ho una macchinetta fotografica digitale, di quelle economico-compatte-facilidausare. Dentro c'è una scheda di memoria SD da 512 Mb. il tutto mi scivola dalla tasca del giubbotto e sbatte sulle piastrelle del soggiorno.
La macchinetta continua a funzionare, e la scheda pure; a patto però di non metterle mai più insieme.
La digitale si rifiuta di "vedere" la scheda SD, ma solo QUELLA scheda. Con altre schede dello stesso tipo non crea alcun problema, mentre la 'sua' vecchia SD la ignora come se non esistesse. Quest'ultima, dal canto suo, funziona egregiamente con qualsiasi dispositivo compatibile, esclusa la macchinetta.
Ho causato la prima separazione consensuale tra dispositivi elettronici della storia.
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