Ora, se volete, dategli pure dell'antipatico, dello sbruffone, del saccente egocentrico e provocatore. Dedicategli tutti gli aggettivi più denigratori che vi vengono in mente. Per chi sta in cima (e ha meritato di starci) il suono rabbioso dei perdenti è soltanto un leggero brusìo che sale dal basso...
le immagini sono concitate e poco definite, ma quel bel personaggio che ad un tratto si materializza a fianco del grande Capitan Zanetti potete ben immaginare chi sia...
Nel momento in cui l'intera stampa italica (compresa quell'ormai minuscola parte ancora non piegata ai voleri di Arcore) celebra soddisfatta la riapertura del campionato, diamo la possibilità ai numeri di spiegarci con fredda logica COME si è arrivati a questa riapertura...
Secondo il linguaggio tecnico e distaccato della giustizia sportiva, le ragioni stanno "...nell'avere, nel corso della gara, contestato ripetutamente l'operato arbitrale con atteggiamenti plateali, in particolare mimando, al 35° del primo tempo ed al 10° del secondo tempo, 'le manette', con i polsi incrociati e le braccia rivolte verso il pubblico e verso le telecamere presenti ai bordi del campo; per avere inoltre, nell'intervallo, nel sottopassaggio che adduce agli spogliatoi, rivolto all'Arbitro ed agli Assistenti espressioni ingiuriose; per avere, infine, nel corso della gara, contestato ripetutamente la presenza dei collaboratori della Procura federale, collocatisi nei pressi delle panchine di entrambe le squadre; infrazioni rilevate dai collaboratori della Procura federale; con recidiva specifica reiterata"
Tradotto: per 3 giornate di campionato Mourinho vedrà la partita dalle tribune. E con lui mezza squadra, considerato che 2 giornate se le sono beccati pure Cambiasso e Muntari, mentre salteranno la prossima anche Samuel e Cordoba.
Nell'Italia degli appalti alla Bertolaso e dei mafiosi al governo, fa specie che l'unica giustizia funzionante sia quella sportiva, e fa ancora più specie constatare che il massimo della sua efficienza lo esprime quando si tratta di colpire un giocatore dell'Inter, il suo allenatore o la sua società.
Sia chiaro: Mou e soci hanno sbagliato, e chi sbaglia paga; è difficile però trovare precedenti di un simile accanimento da parte del tribunale sportivo verso una singola società (ancora meno poi nei confronti di certe squadracce il cui proprietario è un tizio di Arcore da sempre in lotta con tutti i gudici d'Italia, tranne quelli sportivi).
Inoltre, se Mou ha fatto qualcosa di così grave da meritarsi 3 giornate, perchè l'arbitro lo ha lasciato in panca tutti i 90 minuti della partita? Per ben due volte il Nostro Eroe ha sventolato i polsi incrociati, eppure quell'idiota di Tagliavento non ha ritenuto la cosa abbastanza grave da meritare il rosso: perchè invece i cosidetti 'ispettori federali' se la sono presa tanto?
A questo punto io lo dichiaro in tutta onestà: del Chelsea e della Champions non me ne frega niente. Voglio lo scudetto. Considerati tutti i patetici, disgustosi, miserabili tentativi che il (mal)governo del calcio italiano ha messo in atto nel tentativo di sottrarci il 5 meritatissimo titolo consecutivo, per quanto mi riguarda è fondamentale arrivare a cucirsi il tricolore sulla maglia a fine stagione. Poi che sia benvenuto tutto quello che sapremo prenderci dall'Europa, ma schiacciare la mafia calcistica che sta cercando di incancrenire il nostro calcio può dare più soddisfazioni di qualsiasi coppa.
Ho deciso che il calcio va abolito e che il nostro campionato è una farsa. L'ho deciso anche se l'Inter ha vinto (a modo suo, cioè con la rabbia e un gol a tempo scaduto) e la Juventus si è lasciata strapazzare da quell'accozzaglia di cadaveri rianimati a botte di efedrina che va sotto il nome di AC Milan. Football is dead. Il suo animo sportivo sopravvive solo nelle partitelle tra amici, nei campetti di periferia, in mezzo alla strada. Per questo voglio riproporre una cazzata che ho scritto qualche tempo fa su questo inutile blog per ricordare le migliaia di partitelle consumate con gli amici sui campi d'asfalto del borgo natìo (altro che le passeggiate indolenti dei gobbi infami che solo contro l'Inter sono capaci di giocarsela alla morte...)
Chi segue il calcio -e magari mastica nerazzurro da anni- sa che in casa Inter quella contro la stampa è da sempre una guerra di logoramento. Le ragioni sono facilmente intuibili: in un paese dove editoria ed informazione, compresa quella sportiva, sono concentrate nelle mani di un'unica persona che -caso vuole- è anche proprietaria di una squadra rivale, non è difficile farsi dei nemici. Per società, squadra, allenatore e tifosi interisti stare sotto il fuoco incrociato di giornali e tv è una condizione normale. Era così quando non si vinceva una fava, figuriamoci ora che si intravede il terzo (quarto?) scudetto consecutivo. Se poi si considera che nell'ultima partita l'Inter ha pareggiato in extremis un risultato che sembrava già destinato a far male, e lo ha fatto contro la Roma di mamma RAI, allora diventa più facile capire le cause di tutta quell'avemaria di polemiche che da giorni tengono banco su giornali e tv più della crisi economica o della bozza Sacconi sulle pensioni. La differenza rispetto ai tristi anni passati è che ora in questa sporca guerra l'Inter può schierare in prima linea quel pezzo d'artiglieria dal potenziale devastante che è Mourinho; uno che non ha paura di dire le cose come stanno, anzi sembra quasi compiacersi dello scompiglio scatenato con regolarità dalle sue conferenze stampa fuori dell'ordinario. Il portoghese è riuscito a terremotare l'ambiente scardinando quei meccanismi un po' perversi che in Italia regolano il calcio parlato (e molto spesso anche quello giocato) calamitando su di sé con la stessa sorniona indifferenza critiche e consensi, dichiarazioni di stima e malumori, antipatie e affetti. D'altronde se è arrivato ad affascinare fino alla benedizione anche un opinionista politico al di fuori dell'ambiente calcio come Giuliano Ferrara, un po' special lo è davvero, no?
Qualche scatola di cartone e un orlo ai pantaloni: tutto qui il contenuto delle "compromettenti telefonate" oggetto di intercettazione tra il grande Matrix Materazzi e un sarto brianzolo dal passato scomodo. Il tutto a tre gg dalla partita dell'anno, quella che decide un'intera stagione e non solo.
Per i meno informati la faccenda si può così riassumere: dalle parti della Pinetina c'è un certo negozio di abiti e sartoria il cui proprietario ha un passato giudiziario assai movimentato. Si parla di affari di droga, mafia, rapine e chi più ne ha più ne metta. Fatto sta che alcuni elementi dell'organico nerazzurro -tra i quali Mancini e lo stesso Materazzi- hanno avuto a che fare con il personaggio in questione per faccende che gli stessi inquirenti autori delle intercettazioni definiscono "esenti da qualsiasi risvolto penale". In pratica Mancini&co da 'sto tizio ci andavano a comprarsi la giacca e farsi fare l'orlo ai pantaloni. Oppure per farsi per farsi prestare qualche scatolone pro-trascolo, come nel caso di Materazzi. Risultato: solo fuffa. Niente di utilizzabile ai fini giuridici. A tutto ciò aggiungiamo che le telefonate sotto esame risalgono al 2006, e sono finora rimaste in qualche cassetto proprio perchè penalmente irrilevanti.
Eppure c'è stato qualche stronzo che ha pensato bene di mettere a frutto in qualche modo tutto quel materiale che in un'aula di tribunale non avrebbe mai trovato utilizzo. E allora perchè non farlo proprio nel momento in cui squadra e società sono maggiormente sotto pressione e potrebbero subire contraccolpi da una vicenda che in altri momenti verrebbe liquidata con una scrollata di spalle? A completare l'opera ci ha poi pensato l'immancabile sensazionalismo malato di certa stampa -sportiva e non- sempre pronta a gettare fango in faccia anche quando non ci sono nè il fango nè la faccia.
Insomma il calcio è malato, la stampa sportiva è messa peggio e i tifosi non stanno tanto bene neanche loro.
C'è solo una risposta che l'inter può dare a tutto questo, e dovrà darla domenica sul campo: se c'è ancora una giustizia, saranno 16 puliti! Il resto è fuffa.
Nelle librerie dello stivale è già in vendita da almeno due-tre settimane il romanzo "L'inattesa piega degli eventi", ultima fatica letteraria del giovane autore Enrico Brizzi. La cosa strana -almeno per me- è il fatto che non l'abbia ancora acquistato, operazione che in genere per i romanzi di Brizzi porto a compimento entro pochi giorni dalla pubblicazione. Questa volta invece una forza oscura mi trattiene nonostante l'inconscia consapevolezza che alla fine l'acquisto sarà ineludibile. Ipotizzo che la causa di tanta ritrosia ad un acquisto che normalmente si sarebbe concluso con lubrificata rapidità sia da ricercare nel tema affrontato da Brizzi nel suo nuovo romanzo: il calcio, inteso proprio come gioco del pallone. E il calcio, da almeno una decina di giorni, mi sta facendo del male con troppo accanimento.
Chissà, magari lunedì prossimo potrei fare un salto in libreria.
p.s. sarà un caso, ma una 'inattesa piega degli eventi' è esattamente ciò che sta capitando al finale di campionato, ed è una piega che non piace per niente...
Poi uno non deve incazzarsi: ieri pomeriggio ho pagato tramite bancomat la bellezza di 106 euro per il canone 2008 di mamma RAI. In serata, durante la diretta di Juve-Inter su RaiDue, mi è toccato subire la telecronaca vergognosamente pro-juventus del bollito Tardelli e compagnia bella.
Ci sono tutti gli estremi per esercitare il diritto di recesso.
Dialogo tra il SuperCirio e un suo collega gobbo juventino all'indomani di Inter-Roma.
- "Cazzarola, certo che a voi interisti vi piace proprio soffrire, eh?!"
- "Mah, che ci vuoi fare..."
- "Mi sa che gli interisti in amore sono come quelli che amano patire, essere maltrattati..."
- "cazzo c'entra?"
- "Si, quelli che godono nel soffrire le pene d'amore, che amano macerarsi nel dolore se la fidanzata li molla, e cose così. Altrimenti non si spiega come uno possa amare una squadra come l'Inter."
- "Oh beh, se vogliamo giocare su queste analogie, allora a voi gobbi piace andare a mignotte."
- (perplesso) "A mignotte?!"
- "nel senso che comprate pure quello."
- "Ah già!" (ride) "Buona questa!"
- "Seee... ma vaffanculo va..."