Di seguito i deliri pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Sarò strano, ma a me 'ste forzitaliote tutte in nero mi attizzano pesante.
Magari è un caso, ma gente come Fiorito, Lusi, o il mai troppo insultato sen. De Gregorio, hanno proprio il phisique du role del ladro...
pagliaccio da vincitore, figuriamoci da perdente...
Cosa posso dirti, vecchia mia? Auguri! Di questi tempi ne hai proprio bisogno...
Forse a causa della sempre minor disponibilità di tempo, mi era sfuggita l'ultima l'ultima strabiliante iniziativa propagandistica del nostro giullaresco governo e di quell'anziano sciroccato che ne è a capo: il libercolo " Due Anni Di Governo", l'ennesima strilloneria autoreferenziale sull'attività governativa che lo Sciroccato intende spedire a qualche milione di famiglie italiane.
Pensare che in tempi di crisi, con il mondo del lavoro in ginocchio e una finanziaria costruita unicamente sui tagli, ci sia un governo disposto a scialacquare capitali per un'iniziativa di autopromozione inutile fino alla farsa, è di per se indisponente. L'idea poi che questo (mal)governo sia convinto di aver così ben operato negli ultimi due anni da sentire la necessità di raccogliere in un libro i propri "trionfi" è da voltastomaco.
Se nella vostra librearia ci sono già raccolte di barzellette a sufficienza, evitate di farvene mandare un'altra, oltretutto poco divertente nonché pagata dai contribuenti.
Qui potete firmare un petizione per chiedere che la vostra cassetta della posta non venga violata dalle zozzerie propagandistiche dello Sciroccato. Stanno circolandio anche delle mail con lo stesso obiettivo.
Per chi invece non riesce a resistere al fascino di certe iniziative editoriali in stile MinCulPop, ecco qui un'altra delle invenzioni del vulcanico Metilparaben: uno script in grado di scodellarvi all'istante il vostro Opuscolo Sciroccato personale. Basta un refresh ogni tanto. Almeno così qualcosa cambia...
Ieri mi è arrivato il rinnovo della CRS. Sta per "Carta Regionale dei Servizi", ed è quella tesserina formato carta di credito che in Lombardia e chissà quale altro disgraziato angolo di questo disgraziato Paese funge da tessera sanitaria, codice fiscale e non so cos'altro ancora. A dir la verità la mia vecchia CRS aveva ancora quasi sei mesi di validità, ma evidentemente la rielezione alla carica di governatore della Lombardia ha messo il pepe al culo a quel vecchio baciapile di WinniePooh-Formigoni. Peccato che certi miracoli di efficienza siano destinati a rarefarsi man mano che ci si allontana dal periodo elettorale. Comunque sia, ora ho una nuova bellissima CRS, splendida e luccicante con il suo microchip tutto lustro che ricorda lo scarabeo d'oro sacro agli antichi egizi. Peccato che non serva a un cazzo, come non mi è mai servita quella precedente, per la semplice ragione che il suo utilizzo è subordinato ad una misteriosa procedura di attivazione da espletarsi presso un apposito ufficio della ASL di competenza. Nulla di complicato, probabilmente, a meno che la vostra ASL di competenza non sia la stessa cui fa riferimento il mio triste borgo natio, perchè in questo caso posso assicurarvi che l'attivazione della CRS potrebbe rivelarsi un'esperienza a dir poco frustrante. Io ci ho provato almeno tre volte, con la vecchia tessera, finchè non mi sono arreso allo sconforto. L'ufficio preposto al servizio di attivazione delle CRS esiste, ma nessuno, pare, si è mai degnato di occuparlo, tantomeno negli orari di apertura al pubblico. Ho provato ad aspettare, a protestare, a chiedere spiegazioni: niente. 'Il funzionario non c'è', ti dicono, 'torni un'altra volta'. E tu lì, con la tesserina lucida tra le dita, a chiederti se 'un'altra volta' significa domani, tra un mese, o la fine dei tempi. Per ora abbiamo la carta... prima o poi arriveranno anche i servizi.
Le amministrative 2010, a quanto pare, verranno ricordate più per il record di astenuti che per i risultati elettorali veri e propri. Per qualche tempo ci toccherà sopportare schiere di politologi impegnati che teorizzeranno di disaffezione, disimpegno, disinteresse, e tutto ciò che l'abuso della particella privativa dis può consentire per dare risalto ad un fenomeno che poi tanto fenomeno non è, se si riflette un attimo sullo spessore (soprattutto morale) della politica italiana e dei personaggi che la concretizzano. La gente non va a votare, dicono, perchè non si riconosce nelle idee, nei programmi e nei progetti che la politica attuale è in grado di offrire. Per i dotti interpreti delle scienze elettorali, l'astensionismo dilaga perchè le persone non si sentono rappresentate. Dal punto di vista della società civile questo è senz'altro un problema, ma nei risultati di questa tornata elettorale io intravedo un'anomalia ancora più preoccupante dell'astensione in crescita. Che mi spaventa veramente non è il 36% di elettori che non si sentono rappresentati, bensì quei 12.893 elettori che si sentono rappresentati da questo qui: Renzo Bossi, 21 anni, figlio del fondatore della Lega Nord, soprannominato 'la trota' per le sue carenti doti cognitive ( tre bocciature consecutive agli esami di maturità), una capacità dialettica da bonobo e un'esperienza politica maturata riempiendo ampolle a Pontida, è stato eletto consigliere regionale della Lombardia. L'astensionismo elettorale sarà anche una piaga della democrazia, ma in certi casi resta il male minore...
Probabilmente Calderoli ha ragione (ed è una cosa che accade di raro) quando dice che "i numeri dei partecipanti alle manifestazioni sono come gli anni delle donne: non si chiedono mai..."; peccato però che per il nostro brillante ministro per la semplificazione normativa questa regola valga solo quando la manifestazione in esame è indetta dal suo schieramento politico e i numeri -com'è successo sabato a Roma- non tornano. Calderoli deve aver capito che le 150.000 presenze stimate dalla questura sono senz'altro più credibili del milione tondo vantato dagli organizzatori. Oltretutto sulla guerra di cifre si è già consumato un siparietto degno di questo governo: in barba alle più banali leggi sull'incompenetrabilità dei corpi, i vertici organizzativi hanno dichiarato che in p.zza San Giovanni si sono radunate oltre un milione di persone; dagli uffici della questura sono invece arrivate stime più ragionevoli che limitavano la cifra a non più di 150.000 persone. Apriti cielo: la questura romana è finita immediatamente sotto accusa come un covo di bolscevichi. Cicchitto e Gasparri, scatenatissimi, hanno sostenuto che "ha perso credibilità" e confermato "pesanti riserve sul comportamento del questore, peraltro deludente su tutti i fronti", dimenticando però che le questure dipendono direttamente dal Ministero dell'Interno, il cui titolare è un tal Roberto Maroni, loro alleato di coalizione e compagno di governo. Risultato: Maroni si incazza e parla di "autogol clamoroso, soprattutto in materia di comunicazione" da parte del PDL e si schiera a difesa dei suoi funzionari al Viminale. Fini lo appoggia e definisce 'encomiabili' le sue dichiarazioni. Berlusconi sceglie saggiamente di tacere, avendo capito subito che 'sto giro i numeri non erano effettivamente dalla sua parte. La guerra sulle cifre è ancora in corso, come sempre accade dopo qualsiasi manifestazione di piazza, che si tratti di governo, opposizione o sindacati. Basta però una delle tante riprese aeree di p.zza San Giovanni che circolano su internet per farsi un'idea più chiara di qualsiasi stima: QUESTE sarebbero un milione di persone?!? Intorno alle bancarelle della Fiera di San Rocco, patetica sagra settembrina che si perpetua da anni nel mio triste borgo natìo, ne ho viste accalcarsi molte di più...
Che Vittorio Feltri fosse un giornalistucolo bollito e mezzo scemo era cosa risaputa e ampiamente confermata dai suoi pensieri, parole, opere e omissioni; ma che avesse anche due figlie un po' zoccole scommetto che lo sapevano in pochi...
Ultimamente quel burlone di Gheddafi e il nostro micropremier Berlusconi si sono frequentati molto. Forse troppo. E gli effetti sul Colonnello si cominciano a vedere: seppur con diversità di intenti, quello di riempirsi il palazzo di avvenenti giovincelle è uno sfizio che ha conquistato pure lui.
La vicenda è nota e neanche troppo di prima mano: dal turbillon di voci e dicerie scatenatesi dal caso Marazzo è partita una indiscrezione (una tra le tante) secondo la quale un altro "politico eccellente" sarebbe coinvolto nel giro di frequentazioni particolari che è costato la carriera all'ex governatore del Lazio. Fatto sta che il nome più cicaleggiato nei palazzi del potere e nelle redazioni dei giornali è risultato essere quello di Maurizio Gasparri, in arte presidente del gruppo PDL al Senato. Lui ovviamente si è incazzato non poco, garantendo querele a chiunque osi mettere in dubbio la sua irreprensibile moralità, mentre gli organi di stampa allineati ( ilGiornale in primis) sono accorsi immediatamente a difendere l'onorabilità del senatore dal labbro pendulo. Ma perchè proprio Gasparri? A detta sua, il tutto nasce da un equivoco che di cui è stato protagonista una sera di qualche tempo fa. Era stato invitato per una cena al Circolo del Polo che si trova in via dei Circoli Sportivi (zona Acqua Acetosa), un vialone della periferia romana che pullulava di transessuali e loro clienti. Non conoscendo l'esatta ubicazione del club, l'ex ministro dalla palpebra a mezz'asta procedeva con la sua macchinina lungo il viale con un atteggiamento tale da indurre una pattuglia di Carabinieri di passaggio a credere di aver a che fare con un incallito puttaniere. Sempre in base al racconto dell'interessato, una volta chiarito l'equivoco con i tutori dell'ordine avrebbe finalmente raggiunto la destinazione prevista in tempo per la cena, durante la quale avrebbe intrattenuto i commensali raccontando la disavventura appena capitatagli. Come non credere alla versione dei fatti di Gasparri? Mica è colpa sua se la zona era invasa da travesta di ogni genere, né si può pretendere che gli fosse chiara la posizione di un circolo dove non era mai stato prima. Potrebbe capitare a chiunque, no? Io alla versione di Gasparri ci credo, ci mancherebbe altro. Quale personaggio pubblico sarebbe così stupido da improvvisare un puttantour con la propria auto e a poca distanza da un circolo dove decine di persone (moglie inclusa) lo aspettano per cena? Nessuna pruderia, il caso è chiuso. Gasparri non va a travestiti, è semplicemente un po' stordito: basta uno sguardo alla zona con Google StreetView per capire che il Club del Polo di via dei Circoli Sportivi lo troverebbe anche un cieco.
(Lo so: arrivo tardi. Non è la prima volta e non sarà neanche l'ultima...)
Insomma, a me pare abbastanza significativa, no? (le trovi tutte qui)
Secondo leggenda, al ministro Calderoli era stato assicurato che durante questa intervista l'operatore lo avrebbe ripreso soltanto a mezzo busto, e pertanto il ministro non si fosse dato pena di gestire in maniera consona il proprio abbigliamento dalla vita in giù. Temo invece che Calderoli abbia voluto lanciare un messaggio tutt'altro che subliminale su quella che è la reale situazione dell'Italia e degli italiani...
Ebbene lo ammetto: ieri sera non ho resistito alla tentazione di vedere il Berluska su RAI1. Mea culpa, ho contribuito ad incrementare l'audience della rete a tutto vantaggio di quel varietà da avantaspettacolo che è Porta-a-Porta e del suo untuoso conduttore, ma un Berluska lucente e in gran spolvero come quello di ieri è uno spettacolo che non potevo perdere. Almeno finchè ho resistito nel vederlo. Diciamo nell'intervallo che va dal momento in cui mi è apparso sullo schermo in tutta la sua plastificazione (il volto talmente inceronato da ricordare quello di Ken, il compagno ebete e diversamente etero della Barbie) fino alla spacconata con cui si è -ancora una volta- autoproclamato il migliore Primo Ministro della storia dell'Italia repubblicana, superiore perfino a un padre della Patria come De Gasperi. In pratica penso di essere rimasto sintonizzato per non più di 90 secondi: conta lo stesso ai fini dell'Auditel? Mi auguro di no...
È curioso che i direttori di due quotidiani ideologicamente agli antipodi come Libero e l'Unità si siano trovati, seppur in tempi diversi e con toni opposti, a postulare nei loro editoriali circa la possibilità che il nostro PresdelCons tascabile Berlusconi sia afflitto da problemi di erezione. Lo fece Vittorio Feltri sulle pagine di Libero del 19 giugno scorso, con l'intenzione di sconfessare tutti coloro che in pieno ciclone Noemi-papi si scagliavano contro le perversioni sessuali del maniaco Berlusconi. Altrettanto ha fatto anche la direttrice de l'Unità Concita de Gregorio il 5 agosto scorso, seppur citando testualmente affermazioni di terzi nel suo editoriale. La differenza è che Feltri ci ha guadagnato la nomina a direttore de IlGiornale (da dove oltretutto continua a fare danni), quotidiano-megafono del potere di proprietà della cricca Berlusconi. Per la de Gregorio e il quotidiano da lei diretto è invece arrivata una querela e la richiesta di danni per 2 milioni di euro. A voler considerare la cosa in base a fatti oggettivi, è difficile pensare che Berlusconi non abbia effettivamente qualche problema nel tiraggio della canna. Da quel che ho capito, quando hai alle spalle 73 primavere e un intervento chirurgico per l'asportazione di una cancro alla prostata, bene che ti vada il pistolino lo puoi appendere al chiodo sperando che il gatto non se lo mangi. Pertanto cosa può aver scatenato questa disparità di reazione da parte del premier, a parte l'inclinazione ideologica a lui più o meno congeniale delle parti in causa? Si tratta, come qualcuno ha ipotizzato, di un tentativo di approfittare dell'occasione per piazzare un fendente nel costato di uno dei pochi quotidiani non ancora sotto il suo controllo? (due milioni di euro sono una bella cifra per qualsiasi testata). O più semplicemente è l'orgoglio macho del nostro premier che si ribella ad un affronto alla propria virilità, ma solo quando a farlo è una signora?
Certe 'perle' di indecenza del nostro pres. del cons. a volte rischiano di andare perse, soffocate dalla benevolente indifferenza* dei media di regime. Ve ne regalo una succosissima e poi me ne vado in ferie va, che è meglio. *: comunemente conosciuta come censura
Che Berlusconi preferisca passare allegre nottate ripassandosi escort e troiette varie invece di occuparsi dei problemi del paese, è una cosa che mi fa moderatamente incazzare. Mi altera ancor di più sapere che qualcuna di queste signorine verrà poi ripagata a suon di candidature per ruoli politici ed istituzionali senza averne alcun merito né comptetenza. Ma quello che più mi manda in bestia in assoluto è che lui è veramente convinto di averle conquistate tutte grazie alla sua chioma fluente e al fisico scolpito...
Magari sono io che ne faccio una questione di lana caprina, ma questa faccenda di accampare il circo del G8 a L'Aquila non mi è piaciuta già dall'inizio per ragioni di, come dire, opportunità di immagine e contenimento dei costi. Gli investimenti inizialmente previsti per La Maddalena verranno comunque stanziati, come ha più volte annunciato il berluska davanti alle proteste dei sardi, dimenticando -come suo solito- che la montagna di denari necessaria per il cambio di sede del summit la cacciano i contribuenti. Ma l'aspetto a mio avviso più patetico, sconveniente ed umiliante di tutta la faccenda sono le sfilate di personalità e capi di governo davanti alle macerie delle cittadine distrutte, come se i potenti della terra avessero bisogno di toccare con mano le ferite della terra d'abruzzo e della sua gente per comprendere il significato della tragedia. Con tutto il rispetto che ho per le popolazioni colpite dal sisma, credo che questa forma di spettacolarizzazione del loro dramma sia oltremodo umiliante. Di tutto hanno bisogno da quelle parti tranne che di essere esibiti come attrazioni pietose a rappresentanti istituzionali che, in fin dei conti, sono lì per discutere problematiche globali di ben altra portata. Invece no: tutti in comitiva, potenti e loro consorti, per un bel tour nel cuore della catastrofe, organizzazione a cura della premiata ditta berluska. Venghino siore e siori, venghino a vedere le macerie annerite, a sentire l'odore della polvere e i lamenti di chi ha perso tutto. E alla fine della visita, se qualcuno volesse lasciare un soldino nella cassetta delle offerte, c'è una bella lista della spesa con l'elenco delle cose da fare e relativo importo. Date una mano, voi rappresentanti del mondo ricco, a queste povere terre così dolorosamente colpite! No, non credo fosse questo che si aspettavano gli abruzzesi da questo G8. E sinceramente neanche io.
In tutta la bufera scatenatasi intorno alla faccenda dei rimpatri forzati dei barconi di clandestini intercettati in mare, credo che un punto saldo l'abbia ben definito il ministro Frattini in questa intervista rilasciata al Corriere. "L'Europa", sostiene il ministro, "ci ha lasciati soli". Ed è vero. A pensarci bene, dinnanzi al problema dell'immigrazione clandestina i vertici UE non hanno fatto altro che condannare il governo italiano per ogni iniziativa di contrasto al fenomeno, ma di proposte e progetti concreti finora nisba. La sensazione è che l'Europa abbia evaso la pratica immigrazione delegando di fatto il problema a quei paesi membri -soprattutto Italia, Spagna e Grecia- che per questioni geografiche costituiscono le porte di ingresso per i flussi di migranti. Resta il fatto che tra tutte queste nazioni di frontiera, l'Italia è l'unica che si ritrova costantemente sotto il fuoco incrociato delle accuse di razzismo ogni volta che tenta -oltretutto con metodi più che legittimi- di porre un argine al fenomeno. Malta si considera al collasso e non ne vuol più sapere di altri sbarchi, e con la vergognosa faccenda della Pinar ce lo ha fatto capire senza mezzi termini. La Grecia è sulla stessa linea da anni. In Spagna non è insolito che i clandestini vengano respinti a suon di fucilate. Eppure sono proprio questi i paesi in prima linea quando si tratta di accusare l'Italia di razzismo per un barcone rispedito al mittente, mentre il resto d'Europa e il Vaticano fanno il coro sullo sfondo. Frattini fa bene a girare la questione: ipotizziamo di lasciar sbarcare tutti i clandestini: e poi? Chi se li piglia? Tutti quei paesi che per convenienza si stracciano le vesti ad ogni presunto "atto di razzismo "del governo italiano, come reagirebbero all'ipotesi di ritrovarsi in casa tutti i clandestini sbarcati sulle coste italiane? E' facile parlare di accoglienza e principi umanitari se poi tocca a qualcun altro metterli in pratica. Chi mi conosce sa che da anni sostengo la necessità di un gesto provocatorio nei confronti di Bruxelles, un segnale che apra gli occhi ai tanti paladini dell'accoglienza a tutti i costi che dai loro comodi scranni dell'Europarlamento pontificano sulle nostre politiche di immigrazione. Carichiamo sugli autobus qualche migliaio di quei poveri disgraziati sbarcati a Lampedusa e scarichiamoli davanti alla sede dell'europarlamento. Facciamo toccare con mano il problema a questa Europa con tanti buoni propositi ma avara di gesti concreti.
Può darsi che quella di Veronica Lario sia stata una scelta maturata nel tempo, oppure un gesto quasi istintivo scatenato dall'ultima intemperanza senile del suo anziano ed ingombrante consorte, ma in ogni caso per me rimane un mito... in quattro e quattr'otto è riuscita a fare una cosa che milioni di italiani sognano da 15 anni: levarsi dalle palle Berlusconi.
È lui. Sempre lui. Soltanto LUI. Ancora una volta il guitto da operetta Berlusconi ci dà una prova della sua innata propensione alle figure di merda. Un vero talento per le figuracce che trova il suo apice quando il pubblico è numeroso e di gran spessore. Da vedere e rivedere, almeno finchè non finirà oscurato dalla censura di stato.
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