Di seguito i deliri pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Con la solennità di un cerimoniale da ventennio fascista, celebreró domani il passaggio di consegne camino-barbecue. Il periodo lo impone, la temperatura lo invoca. Fiorentine e salamelle non possono attendere oltre (che il colesterolo mi sia lieve).
Una settimana nella terra dove le donne hanno seni ipertrofici e gli uomini raddoppiano tutte le consonanti: è tutto quello che serve per aumentare il proprio giro-vita di almeno 3 cm...
Nonostante l'accurata perizia cui è stata sottoposta la pentola assassina, l'errore umano (comunemente detto 'cazzata') rimane al momento l'ipotesi più plausibile... Un ringraziamento particolare al personale infermieristico del PS e degli ambulatori chirurgia dell'Osp. di Rho per la competenza e la gentilezza dimostrati. Nonostante ciò, spero di non rivederli mai più, o quantomeno non in simili frangenti...
A seguito di un curioso malinteso con la pentola a pressione, mi trovo temporaneamente inibito nell'uso della mano dx. Questo inutile blog resterà quindi orfano del suo condottiero per qualche tempo (ho provato a scrivere usando entrambe le mani, mas i risulòtatio non somno conmfortanmtio...)
In fin dei conti cosa mi ha portato fino ad ora questo 2010?
- un misterioso ed inquietante dolore alla gola - una colite in fase recrudescente a causa delle esagerazioni alimentari durante le feste - 2/3 chili in eccesso per lo stesso motivo di cui sopra - parecchie seccature sul lavoro
L'unica cosa positiva è che ieri, finalmente, mi sono (quasi completamente) tolto dalle scatole abeti finti, ghirlande e presepi d'ogni foggia (i batuffoli di muschio finto so che me li ritroverò in giro almeno fino a maggio...)
Se qualche spirito benevolo mi volesse regalare la possibilità di levarmi uno tra i tanti fastidi che mi affliggono in questo esatto momento, credo che avrei serie difficoltà nel dover scegliere tra il raffreddore equino che mi sta demolendo da 2 gg e la prospettiva terrificante di un weekend lungo (ponte incluso) in montagna organizzato da mia moglie...
... però mi difendo bene. Tachiflutm è con me
In un tripudio di autocompiacimento annuncio agli abitanti tutti di codesto allegro pianeta che il peso del sottoscritto, a seguito di accurate misurazioni effettuate nella mattinata odierna, è risultato essere di Kg 79.8; ne consegue che il calcolo del mio B.M.I. si attesta su un valore pari a 24.7, e questo certifica la mia appartenenza alla categoria degli individui normopesanti.
Perciò stasera pizza, e vaffanculo. Olè.
Oggi sono stato dal medico per capire quanto tempo impiegheranno i miei dolori addominali per condurmi nelle verdi praterie dell'Altrove (ipocondria e sindrome-da-camice-bianco combinate assieme sono devastanti) e già che ero lì ho cercato di capirci qualcosa su questa faccenda dell'influenza dei suini, almeno dal loro punto di vista (quello dei medici, non dei suini). In effetti volevo essere rassicurato, sentirmi dire che si, la pandemia è in corso e si muove in fretta, ma tutto sommato non c'è da preoccuparsi, sono le solite esagerazioni dei media che alimentano ansie su emergenze che in realtà tali non sono, che la situazione è sotto controllo, etc. Non è andata proprio così. Diciamo che la mia brillante dottoressa di base ha un approccio alla questione decisamente fatalista e si può riassumere in due punti chiave: - sarà difficile evitare di essere contagiati; - una volta contagiati, l'unica è sperare che il proprio sistema immunitario sia abbastanza efficiente da contrastare l'attacco patogeno. In sostanza lo scenario possibile, al netto di tutte le iniziative di contrasto da parte del ministero della salute (vaccini e cazzi vari) è che un sacco di persone si ammaleranno, la stragrande maggioranza di queste guarirà senza problemi, mentre ci sarà una certa percentuale di contagiati che per deficienze immunitarie e/o sopraggiunte complicanze ci lasceranno molto probabilmente la pelle o ci andranno assai vicino. Come per ogni forma influenzale, a rischiare di più saranno soggetti deboli e/o immunodepressi, e da questo punto di vista la A-h1n1 ha le stesse dinamiche delle comuni patologie stagionali, ma con una maggiore capacità e rapidità di diffusione. "Comunque sia non è il caso di preoccuparsi" ha concluso la mia luminare curatrice. E in effetti non mi preoccupo... ho ordinato due casse di vaccino e una tenda da isolamento biologico, giro con un termometro in tasca e ho appuntamento dal notaio per il testamento, ma per ora non mi preoccupo.
Un giorno gli antropologi del futuro si chiederanno come siano riusciti gli uomini all'inizio del terzo millennio a conciliare i loro ritmi biologici stagionali con i feroci stravolgimenti climatici dell'epoca.
Voglio lasciar loro un indizio: le ciliegie* in mensa.
Più del calendario, delle variazioni climatiche (impazzite) e delle campagne elettorali ricorrenti, l'indicatore più affidabile per certificare il passaggio dal tardo inverno alla bella stagione è l'arrivo in mensa delle vaschette con le ciliegie. Anche l'arrivo delle prime insalate di riso è un indicatore abbastanza affidabile, ma la precisione delle ciliegie è biblica.
E anche oggi, come da millenaria tradizione, si è compiuto il rito della prima porzione di ciliegie consumata in mensa.
Piccole, palliducce e con lo stesso sapore di plastica della vaschetta che le conteneva, ma il significato più profondo della loro presenza sul vassoio resta comunque immutato: it's summertime!
* Ciliegie, con la 'i' finale, e non 'ciliege' come a volte si legge in giro. E non mi si venga a dire che ormai si usano entrambe le forme, altrimenti spiegatemi che cazzo mi è servito smarronarmi alle elementari per imparare che se prima di 'c' o 'g' c'è la vocale allora ci vuole la 'i'...
Ho scoperto che gli ACE inibitori sono stati sintetizzati a partire da un peptide isolato per la prima volta nel veleno dei serpenti. Adesso sta a vedere che se campo un paio d'anni in più mi tocca ringraziare quelle bestiacce immonde...
Quando arrivi a divorare 40 Goleador in neanche mezz'ora(*), capisci che la fine (o quanto meno il diabete) si avvicina senza scampo. Sono schiavo delle Goleador. Forse contengono un alcaloide che dà dipendenza, o una nuova molecola che inibisce ogni forma di resistenza fisica e morale, o uno spiritello malvagio che si incista nel cranio e zufola "ancora... ne vuoi ancora" sui miei gangli nervosi.
Stravedo per le classiche alla liquirizia, seguite da quelle al gusto Cola e per ultimo il 'Tuttifrutti': la Santissima Trinità dell'universo dolciario.
La dinamica del mio rapporto con le Goleador si basa su regole precise:
acquisto: 50% liquirizia 25% Cola 25% Tuttifrutti
Consumo: 2 Liquirizia --> 1 Cola --> 1 Liquirizia --> 1 Tuttifrutti --> (repeat)
Nonostante l'ampio consumo che ne faccio, ho una conoscenza abbastanza superficiale degli ingredienti contenuti nelle caramelle Goleador, sebbene possa immaginare vi sia una notevole quantità di grassi idrogenati e di maledettissimo zucchero. A proposito, perchè cavolo non producono le Goleador sugarfree? Sarebbe la più grande conquista dell'umanità dopo quella della Luna.
(*)Il mio record attuale è di una scatola (400 caramelle) in poco meno di una settimana. Non credo sia possibile andare oltre senza serie ripercussioni sulla salute.
C'è qualcosa di assoluto e universale nel gesto del medico curante che ti prescrive un farmaco antipertensivo. E' come uno spartiacque, un passaggio assoluto che discrimina tra ciò che sei stato e ciò che non sarai più. Fino ad un momento prima eri un giovane adulto responsabile delle sue scelte e fiducioso, nei limiti del possibile, circa le vicissitudini del tuo destino. L'attimo dopo ti ritrovi scaraventato nella bolgia decadente degli acciaccati, derelitto sciupato dalla schiavitù di una pillola destinata ad accompagnare il tuo declino con l'unico e improbo scopo di rallentarne la corsa. Dio gioca a carte con il nostro destino, il problema è che si scola litri di alcolici tra una mano e l'altra. Dott.ssa: vediamo un po' la pressione; SuperCirio: quella so già che è altina, dottoressa... Doc: vabbè vediamo (puff puff puff) 'aspita, è altina si! Le dò la pastiglia, ne prenda una già a partire da stasera. SC: le farmacie son chiuse a quest'ora. Comincio domani. Doc: se ci arriva SC: porc... faccio almeno in tempo a cenare? Doc: fossi sua moglie, aspetterei ad apparecchiare. SC: .... posso bestemmiare? DOC: in fretta!Il farmaco prescrittomi appartiene alla categoria degli ACE inibitori. Questo significa che da qualche parte all'interno del mio organismo sovrapressurizzato c'è un elemento, un processo fisiologico o uno gnomo beffardo che si chiama ACE, e la pastiglietta ha il compito di inibirne le malefatte. Le controindicazioni occupano più spazio della fedina penale di Berlusconi e in alcuni casi suscitano identica ripugnanza. Una in particolare mi allarma non poco: "calo della libido"... Ma ragazzi, stiamo scherzando?!? Piuttosto mi lascio esplodere fino all'ultima arteria...
Mi è stata richiesta un'opinione sullo scandalo della Clinica Santa Rita, e ben volentieri provo a dare il mio punto di vista sulla vicenda della quale -doverosa premessa- ho una conoscenza limitata a quanto riportato dalle cronache. A chiedermelo è un amico di vecchia data che in Santa Rita ci ha lavorato e ci lavora in qualità di medico ed è totalmente estraneo ai fatti in questione. Presso la Santa Rita ci sono stato un paio di anni fa per un esamuccio clinico di routine; una sola, breve occasione, forse troppo poco per poter esprimere giudizi di merito sull'intero complesso, ma la sensazione che ho avuto è stata comunque quella di una struttura efficiente, dinamica, funzionale come ci si aspetta da una struttura privata a sanita convenzionata norditaliana. E' triste ora dover temere che un santuario del diritto alla salute all'avanguardia come la Santa Rita possa diventare lo specchio di una società incapace di competere sulla qualità dei servizi, perchè focalizzata esclusivamente sulle logiche del profitto ad ogni costo e della necessità di fare cassa al di là di ogni vincolo etico e morale. Le cronache degli ultimi anni sono disseminate di scandali sanitari, diagnosi errate, operazioni e terapie sbagliate. Ma se l'errore medico, spesso shoccante per gravità e conseguenze, rientra nel triste calderone della cosidetta "malasanità", ben più grave è l'impatto sulla pubblica coscienza di eventi speculativi perpetrati sulla pelle dei pazienti. Sbagliare una diagnosi -magari per incompetenza- è una grave misfatto, ma mercificare la sofferenza altrui per proprio tornaconto è un'abominio criminoso. Che differenza c'è tra un medico che asporta un polmone senza alcuna necessità se non quella di fare cassa, e un volgare trafficante d'organi? E' ovvio che di fronte ad abomini morali di questa portata l'opinione pubblica si senta perduta, tradita, facile preda del sensazionalismo mediatico, disposta a fare di tutta l'erba un fascio. Sono fermamente convinto che i 900 dipendenti della Clinica Santa Rita siano in stragrande maggioranza persone corrette e onesti lavoratori, costretti a subire le conseguenze della disonestà di pochi, ma è pur vero che si fatica a immaginare come questi pochi siano riusciti ad agire per anni nell'ombra, assolutamente indisturbati, nel silenzio e nell'indifferenza generale. Possibile, ci chiediamo tutti, che nessuno sapesse, nessuno vedesse, nessuno sentisse il bisogno di dire "basta" a quello schifo? Dov'erano tutti gli organi di controllo, interni ed esterni alla struttura, deputati a vigilare sulla qualità delle prestazioni? Dov'erano quegli ordini professionali dei medici che hanno preferito abdicare il proprio ruolo di garanzia nei confronti del paziente, accontendandosi di essere misurati più su parametri di esercizio (e di bilancio) che di servizi al malato? Creare un mostro solo per darlo in pasto alla pubblica indignazione non è giusto, ma la necessità di far luce fino in fondo su quanto successo alla Santa Rita è irrinunciabile. Chiarezza: al momento dovrebbe essere questa la parola d'ordine. Desiderio di far luce sugli eventi con serenità e rigore, senza sensazionalismi mediatici nè assurde cacce alle streghe. Novecento persone impegnate quotidianamente e con passione nella loro opera al servizio di chi soffre chiedono che si rispetti la loro professionalità e integrità morale, e il miglior modo per farlo è far sì che quei pochi incapaci di condividere gli stessi principi e valori vengano allontanati e paghino, loro soltanto, le colpe di questo disastro. Quanto sopra è stato anche inserito come commento nel blog della Clinica Santa Rita
Tre giorni di onesta e sospirata caldazza, e già i media lampeggiano presagi di sciagure. Per la giornata di oggi la protezione civile ha decretato addirittura il livello 3 di allerta caldo. Esagerati.
Io questi pregiudizi nei confronti del caldo non li capisco. Per un mese e mezzo il cielo ha rovesciato catinate d'acqua senza interruzioni, e nessuno se ne lamentava. Soltanto dieci giorni fa a Milano il termometro marcava 12° di minima e 17° di massima, ma a parte qualche considerazione marginale sull'impazzimento del clima, in generale nessuno sembrava preoccuparsene. Oggi, dopo pochi giorni con temperature finalmente allineate alle medie del periodo, sembra di ripiombare nell'isteria catastrofista dell'estate 2003 (la migliore degli ultimi decenni, per quanto mi riguarda).
Io con queste temperature ci sguazzo alla grande, ma al di là della mia personale predilezione per il clima estivo, resta il fatto che in questo periodo è giusto e normale che faccia caldo, a dispetto di tutte le teorie sull'apocalisse imminente che le cassandre climatiche ci propinano ogni volta che il termometro si azzarda un paio di lineette sopra il dovuto. A questo proposito, vorrei rammentare come la comunità scientifica internazionale non sia sempre allineata e concorde su tutto ciò che riguarda i presunti cambiamenti climatici in atto e i conseguenti effetti negativi su scala globale. Proprio ieri leggevo l'articolo di un climatologo italiano secondo il quale il tanto sbandierato scioglimento delle banchise polari, seppur innegabile se calcolato su lungo periodo, è comunque molto meno repentino ed influente rispetto a quanto ci propone il sensazionalismo mediatico. In base a recenti misurazioni pare infatti che la superficie glaciale artica sia aumentata, rispetto a giugno 2007, di circa 250.000 Km quadrati mentre l'Antartide, con i suoi attuali 11,8 milioni di km quadrati di superficie gelata, scoppierebbe di salute avendo registrato un aumento di 800.000 Km quadrati di ghiaccio in più rispetto all'anno scorso.
Dopo tutta l'acqua e il freddo che ho beccato questa primavera, ho diritto a godermi un po' di sano Global Warming minimo fino a metà novembre, e se qualche "caldofobo" dalla sudata facile la pensa diversamente, che si compri un bel ventilatore a tre velocità e non rompa i coglioni. Oppure se ne vada ai poli, visto che adesso sono anche più spaziosi.
Certe cose non me le spiego. La medicina moderna ha fatto passi da gigante in ognuno dei suoi campi di applicazione: ha concepito robot chirurghi in grado di essere manovrati da medici distanti migliaia di chilometri; ha sviluppato metodi diagnostici all'avanguardia, capaci di "guardarti" dentro senza neanche toccarti; ha elaborato farmaci prodigiosi basati su molecole sempre più complesse...
E allora, cazzo, com'è possibile che per curare una carietta si usano ancora mezzi e metodi da tortura medievale?
Non essendo un amante del cioccolato né dei dolci in generale, m'ero illuso che la Pasqua non potesse in alcun modo compromettere i miei livelli colesterolemici. Mi sbagliavo. Non avevo fatto i conti con l'uovo di cioccolato bianco Galak: un'autentica rovina per linea e salute. Secondo me ci mettono un alcaloide, qualcosa che dà dipendenza, altrimenti non si spiega quella catalessi della ragione che ti spinge a sottarre l'uovo di nascosto alle tue bimbe per poi rintanarti a mangiarlo con bramosia, come un predatore braccato, con l'unico obiettivo di trovarne e mangiarne ancora, fino ad una irraggiungibile pace dei sensi (o un più probabile coma diabetico).
Non so se ci metterò più tempo a smaltire gli eccessi alimentari degli ultimi giorni o a convincere le mie bimbe che le uova Galak se l'è rubate il coniglio di Pasqua.
Ogni anno, durante il periodo estivo ed in particolare a ridosso delle grandi partenze, fioriscono copiose su tv e giornali le rubriche di consigli alimentari per impostare le ferie all'insegna del buon gusto e della leggerezza a tavola. Esperti nutrizionisti si prodigano nel suggerire i regimi dietetici più adatti alla stagione calda e articolano le strategie vincenti per evitare al turista gaudente il rischio di ritrovarsi a fine vacanza con qualche chiletto in più.
E proprio in quest'ottica anch'io avrei da suggerire alcune specialità culinarie che ben si adattano, per contenuto calorico e tempi di preparazione, ai ritmi solari e un pò sonnacchiosi delle vacanze d'agosto.
Abbacchio agostano
ingr. un abbacchio bello tosto; latte; ghiaccio.
Prendete l'abbacchio e cuocetelo in abbondante acqua salata, poi sbattetelo in frigo per due giorni.
Tiratelo fuori bello fresco e frullatelo con cura aggiungendo latte e ghiaccio q.b.
Versate il composto in un bicchierone da frappè (va bene anche il boccale per la birra) e guarnite con bucce di qualcosa.
Avrete così ottenuto uno spuntino leggero e veloce, adatto a qualsiasi momento della giornata.
Cozze alla corsara.
ingr. un paio di comode scarpe sportive; un certo allenamento alla corsa.
Andate al ristorante e prendete un tavolo abbastanza centrale. Dite al cameriere che state aspettando una persona, così non vi caga il cazzo per prendere le ordinazioni.
Aspettate che qualche vicino di tavolo ordini un'impepata di cozze, poi fate finta di andare in bagno. Quando vedete arrivare il cameriere con le cozze, correte dal tizio che le ha ordinate e avvisatelo che qualcuno sta cercando di scippargli lo stereo dalla macchina. Appena l'avventore sarà schizzato verso il parcheggio, strafocatevi quante più cozze possibile. Se il cameriere fa questioni ditegli che vi sembrava un peccato lasciarle raffreddare. Infine accertatevi di avere ben stretto i lacci delle scarpe, afferrate i crostini zuppi di sugo e schizzate via come lepri.
Un piatto da gustare in fretta.
MKT
ingr. Maionese; Ketchup; Tabasco
Mischiate in parti uguali la maionese e il ketchup dentro una terrina, o un piatto fondo, o per terra se è pulito ma anche se non lo è, oppure nel lavandino o nella tazza del cesso. Aggiungete al composto la massima quantità di Tabasco che le vostre emorroidi possono sopportare.
Prendete del pane fresco, se ne avete, oppure vanno benissimo anche dei surrogati quali grissini, crackers, crostini, pan carrè... insomma qualsiasi cosa composta da farina e acqua e che non sia rimasta così tanto tempo nascosta nella dispensa da diventare verde di muffa (se i crackers si piegano in due senza spezzarsi vuol dire che hanno preso troppa umidità).
Prendete un pezzo di pane, pucciatelo nel composto e cacciatevelo in bocca. Continuate così fino all'esaurimento del composto, o del pane (i veri buongustai sanno gestire le quantità in modo da finirli contemporaneamente).
Fagioli alla SuperCirio
ingr. una scatola di fagioli; uno spicchio d'aglio; un liquido a piacere purchè sia alimentare.
Mettete lo spicchio d'aglio a soffriggere in una padella con un poco d'olio, e appena avrà preso colore aggiungete i fagioli scolati dal liquido di conservazione. Mescolate un poco e coprite con un coperchio, dopodichè dimenticatevene completamente. Quando comincerà a diffondersi per casa l'odore di bruciato, chiedetevi chicazz'è che accende i fuochi a quell'ora; appena realizzate che si tratta dei vostri fagioli, spegnete di corsa la Playstation e buttate sui fagioli semicarbonizzati il liquido a piacere (potrà essere acqua, birra, succo di frutta, caffè avanzato, etc) nel tentativo disperato di salvare la pietanza.
Lasciate rapprendere il brodo nerastro che si sarà formato, aggiustate di sale e servite i fagioli guarnendo con bicarbonato in capsule.
Nelle ventiquattr'ore successive evitate i luoghi chiusi ed affollati.
Buon appetito.
Non ci sono. Ancora non ci sono. Nel senso che son qui, ma la testa è altrove. Forse sento l'aria di vacanza. Oppure sono ancora mentalmente in spiaggia. Una settimana, una sola settimana, volata via come un lampo. Ma goduta, eccome se me la son goduta.
Basterebbe l'aumento di peso a dimostrarlo. In effetti, oltre all'abbronzatura, la settimana di mare mi ha lasciato addosso anche un paio di chili in più, figli dell'ottima cucina romagnola.
Per buttarli giù ho deciso di adottare il seguente regime alimentare:
colazione: caffè e acqua minerale
pranzo: niente
cena: niente.
Ci sentiamo a breve. Forse.
E' da metà maggio che non passano tre giorni consecutivi senza uno scroscio di pioggia, almeno dalle mie parti. Per quanto mi riguarda, dal punto di vista climatico l'estate 2007 verrà ricordata come una stagione di merda. E chi la pensa diversamente è uno sfigato, come son sfigati tutti i depressi malinconici che preferiscono il freddo e il maltempo al sano piacere della canicola estiva. Quanti ne ho sopportati, in queste ultime settimane, di depressi cronici che sospirano di sollievo davanti all'ennesimo temporale in arrivo. "Meglio così, che almeno rinfresca" ti dicono. Ma rinfresca cosa, sfigato?! Siamo a luglio, ho il diritto di pretendere che faccia caldo, cazzo! Se non ti sta bene, porta il tuo culone sudato ad affogare in qualche fiordo norvegese, ma non rompere i coglioni a chi batte i denti per mesi sognando l'arrivo, finalmente, del mese più dolce e vivace dell'anno. E che quest'anno, ancora una volta, sta facendo cagare.
Oh, déi del clima, datemi un segno della vostra benevolenza: quali sacrifici devo compiere per avere la gioia di un'altra estate come quella del 2003?
Mi onora informare la popolazione di codesto luminoso pianeta che iei ho cambiato profumo.
Terminato il lungo sodalizio con Chopard Pour Homme, ho scelto di inziare una nuova avventura con 'Soul' l'ultima fragranza di casa HUGO acquistata giusto ieri da Limoni in c.so Vitt. Emanuele.
M'è costato un botto; in compenso Limoni ci ha rimesso altrettanto, considerata la montagna di striscioline di carta prova-essenza che ho fatto fuori prima della scelta definitiva.
Giusto per informazione: 'SOUL' fa cagare e sparisce dopo 5 minuti.
Come previsto, Pasqua ha portato abbuffate gloriose e abusi alimentari oltre ogni limite. Perfino con il cioccolato sono riuscito ad esagerare, nonostante non sia mai stato un grande appassionato di cacao e derivati. Il massimo della maialata l'ho raggiunto sciogliendo in un poco di latte un intero uovo di cioccolato, usando poi la crema ottenuta per affogarci generose fette di colomba mandorlata Balocco.
Mi occorreranno ANNI per smaltire gli eccessi di tre soli giorni.
Colesterolo e dott.ssa Mele ringraziano.
"Allora senti, facciamo così" mi dice la dott.ssa Mele (in nomen omen, mai cognome fu più azzeccato) mettendo mano al blocco delle prescrizioni "fai 'sti esamini del sangue e vediamo tra le altre cose com'è messo il colesterolo, che se è altino poi vediamo un pò cosa fare... al limite un pò di dieta..."
"ALT!" la interrompo "dottoressa, abbia pazienza, ma io sono tre anni che sto a dieta. TRE ANNI. Se salta fuori che c'ho il colesterolo alto mi da le pastiglie, perchè io più a dieta di così non so cosa caz..."
"vabbé vabbé" taglia lei "aspetta che prima vediamo come vanno 'sti esami, no? Dai, ci risentiamo poi quando hai gli esiti e vediamo, ok?"
"Ok..."
colesterolo totale: 225 mg/dl - valore riferimento: max 200 mg/dl
Porca di quella troia.
Tre anni di verdure e riso in bianco per ritrovarmi con il colesterolo di un orco. A questo punto non voglio più sentir ragioni: O PASTIGLIE, O MORTE! (in tutti i sensi, temo...)
La mia dipendenza dalla liquirizia comincia esattamente nel novembre del 2001 in coincidenza con la fine della schiavitù dal tabacco. Dopo un primo, brevissimo periodo di attaccamento alla cicche alla nicotina Nicorette -quelle che ti aiutano a troncare con le sigarette e intanto ti spaccano in due lo stomaco- ho amplificato la mia istintiva e insana passione per il succo della dolce radice, fino a diventarne dipendente tanto quanto lo ero dalle sigarette.
Chissà perchè, ma quando un fumatore decide di smettere la prima cosa che fa è buttarsi sulla liquirizia. Forse per il suo sapore amarognolo? O perchè ha lo stesso colore della nicotina? Oppure, come ho letto non so dove, contiene delle sostanze in grado di attenuare i sintomi dell'astinenza da tabacco? Io non lo credo. Anzi, mangiare liquirizia mi faceva venire voglia di fumare e l'unica possibilità per non cedere era mangiarne sempre più. Ormai sono più di 5 anni che non tocco una sigaretta, in compenso ho divorato tonnellate di liquirizia e suoi derivati.
Un consiglio a chi vorrebbe uscire dal tunnel del tabacco per entrare in quello della Glycyrrhiza glabra è di evitare le radici, il classico bastoncino da succhiare: oltre a devastare i denti (i nostri incisivi, a differenza di quelli dei roditori, non crescono a ritmo continuo anche in età adulta), induce il povero ex drogato a tenere il mistico legnetto tra indice e medio, come si fa in genere con la sigaretta, offrendo occasione di scherno a chi sta intorno ("hai smesso di fumare?" "si, si capisce?" "no, niente...").
Le mie preferite sono le Saila Extra Forte, quelle in confezione nera con scritte oro. Ne divoro in quantità industriale, soprattutto dopo pranzo quando l'effetto digestivo riconosciuto alla magica radice si fa apprezzare di più. Il problema è che una scatoletta di Saila in centro a Milano costa poco meno di un pacchetto di MS... Però mi dicono che ci guadagno in salute. Speriamo bene, eccheccazzo.
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