Ma quale gotha di geniacci amministra l'universo del calcio in Italia? Mesi e mesi a tirarsi pipponi sul dubbio trasferte si/trasferte no, poi basta un Roma-Napoli qualunque per gettare scompiglio e vederli correre tutti a casaccio come galline davanti ai coyote. Roma-Napoli era ed è sempre stata una partita a rischio, e non era certo necessario un pomposo Osservatorio Nazionale per stabilirlo: sarebbe bastato un po' di buon senso e la giusta dose di fermezza istituzionale. L'apertura di credito dell'Osservatorio nei confronti delle tifoserie romaniste e napoletane è stato un errore le cui conseguenze sono davanti agli occhi di tutti, anche di coloro che adesso si stracciano le vesti invocando l'ennesimo giro di vite. Nello stadio di Napoli si lanciano i lavandini (tralasciamo ogni confronto coi motorini di Milano), a Roma volano coltellate come mosche, e sono decenni che è così. Queste sono situazioni ben note ed è inutile nascondersi dietro gli errori di un questore. Senz'altro delle leggerezze ci sono state, ma è ora di accettare l'idea che certe partite non possano essere disputate che a porte chiuse, o su campi neutri. Almeno finchè non ci sarà piena consapevolezza da parte di tutti i protagonisti delle domeniche calcistiche (tifoserie organizzate, società, forze dell'ordine e organismi sportivi) che la misura è colma e si metteranno finalmente in atto tutti quei provvedimenti, magari impopolari ed economicamente dolorosi per alcuni, che possano finalmente mettere un limite serio a quello schifo che qualcuno insiste nel definire tifo.
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